Foto: Reuters
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Oltre ad attaccare il presidente in carica, i Repubblicani si sono scagliati anche contro la vicepresidente, Kamala Harris - che Biden ha appoggiato per assumere il ruolo di candidata democratica alle presidenziali - per aver coperto il reale stato di salute del leader della Casa Bianca. Lo speaker della Camera, Mike Johnson, accusa Harris di aver manipolato l'opinione pubblica, occultando il declino mentale del presidente, definendolo incapace di ricoprire il ruolo per cui è stato eletto. "Come seconda in comando, è stata complice del più grande insabbiamento della storia degli Stati Uniti", ha aggiunto il legislatore. La vicepresidente è stata inoltre incolpata della disastrosa politica di immigrazione negli Stati Uniti. Della stessa opinione anche il numero due repubblicano della Camera Bassa controllata dai conservatori, Steve Scalise. "Tutti i collaboratori di Biden dovrebbero venir ritenuti responsabili", ha evidenziato. Non si è fatta attendere la reazione di Donald Trump, secondo cui il partito repubblicano dovrebbe esser rimborsato delle spese sostenute finora nella campagna elettorale perché sia i medici che quelli che ha definito fake media non hanno rivelato che Biden non era in grado di essere presidente. Kamala Harris ha intanto confermato l'intenzione di correre per la Casa Bianca. La campagna della vicepresidente ha raccolto 47 milioni di dollari in meno di 24 ore, segnando un record giornaliero di donazioni per il Partito democratico che non ha precedenti dalle presidenziali del 2020. Sarebbero già oltre 500 i deputati democratici pronti a sostenerla; nelle ultime ore Harris ha parlato con oltre cento leader di partito, membri del Congresso, governatori, dirigenti sindacali e leader di organizzazioni per i diritti civili e di difesa dei diritti. Prevista per mercoledì la riunione del Comitato democratico volta ad implementare il quadro di nomina del nuovo candidato.

M.N.