Il lago di Tiberiade, conosciuto anche come Mare di Galilea, è il luogo dove secondo i Vangeli Gesù chiamò Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni per trasformarli in pescatori di anime, facendoli diventare suoi apostoli. Sulle sue acque, sempre secondo il Nuovo Testamento, Cristo avrebbe camminato e una volta attraversandolo in barca avrebbe placato la furia di una tempesta con delle semplici parole. È un luogo centrale per il Vangelo ma oggi, dopo anni di siccità, rischia di scomparire con le sue acque che nel 2017 hanno raggiunto il livello più basso del secolo. Per evitare che la situazione peggiori il governo israeliano ha approvato un piano per salvarlo, piano che consisterà, secondo quanto spiegato dal ministro dell'Energia, Yechezkel Lifshitz, nel pomparci dentro ogni anno 100 milioni di metri cubi di acqua fino al 2022.
Conosciuto in ebraico come lago Kinneret, il mare di Galilea si estende su un'area di circa 160 chilometri quadrati. Dieci anni fa forniva 400 milioni di metri cubi all'anno di acqua dolce ed era la più grande riserva di del Paese. Oggi il pompaggio massimo in uscita consentito è di 30/40 milioni di metri cubi l'anno. Questo ha comportato anche un problema per la popolazione e il governo ha dovuto rafforzare gli impianti di desalinizzazione del Mediterraneo. Ne sono stati costruiti cinque lungo la costa che sono stati capaci di fornire l'80% dell'acqua potabile di Israele. Altri due impianti verranno costruiti proprio per riempire di nuovo il lago Tiberiade, l'acqua desalinizzata che produrranno verrà gettata infatti nei suoi affluenti. Il lago di Galilea si salverà dalla scomparsa e diventerà così di nuova una importante fonte idrica per la nazione.
Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue