Quattro frammenti di osso, un dente e una serie di manufatti in pietra: sono questi i reperti rintracciati nella grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria centrale, che promettono di riscrivere almeno in parte la storia della nostra specie nel Vecchio continente.
Perché i fossili rinvenuti in Bulgaria e datati a 46mila anni fa, rappresentano i più antichi resti di Homo sapiens sapiens in Europa, e dimostrano che l'uomo moderno ha fatto la sua comparsa sul continente migliaia di anni prima di quanto fino ad oggi creduto.
I risultati della scoperta, pubblicati dalla rivista scientifica "Nature", portano gli scienziati ad un'altra conclusione importante: il fatto cioè che - con tutta probabilità - la nostra specie ha convissuto molto più a lungo di quanto finora noto con l'uomo di Neanderthal, che ha dominato il continente europeo a partire da circa 400mila anni fa.
Con i nuovi dati messi a disposizione dagli studi nella grotta di Bacho Kiro, si può ora ipotizzare che le due specie abbiano convissuto per almeno settemila anni, tempo sufficiente a un'interazione culturale molto più profonda di quanto finora ipotizzato.
Secondo l'antropologa statunitense Shara Bailey, protagonista degli scavi nella grotta bulgara " tranNeanderthal e Sapiens ci sono stati scambi che hanno portato anche a mescolamento tra le due specie, visto che parte del nostro DNA proviene proprio dai nostri cugini".
Alla lunga però, secondo gli scienziati, è stata proprio la concorrenza col temibile e più avanzato uomo moderno a portare alla definitiva scomparsa dei Neanderthal.
Francesco Martino
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