"40 mila firma raccolte a sostegno delle trasmissioni televisive Studio City, Tarča e Tednik ma anche a supporto del giornalismo indipendente, della TV pubblica e del pensiero critico" ha affermato Kristina Krajnc esponente dell' associazione non governativa. Firme raccolte in una quindicina di giorni è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa durante la quale Sara Ugrin ha invece rilevato l'importanza del diritto all'informazione. "L'eccessiva politicizzazione, gli attacchi alla democrazia e le pressioni sul giornalismo indipendente impongono solidarietà nei confronti di quanti sono impegnati nel far sentire una voce critica e indipendente" ha detto la rappresentante dell'Istituto 8 marzo mentre l'antropologo Dan Podjed ha rilevato che RTV Slovenia non può essere sottomessa ad alcuno, ma deve appartenere a tutti i cittadini e a coloro che creano - in libertà, autonomia e senza pressioni- i programmi radiofonici e televisivi. Da segnalare ancora gli interventi dello scrittore Tadej Golob e del musicista Boštjan Narat secondo i quali RTV Slovenia si sta trasformando da ente pubblico in un ente partitico ed hanno invitato a rivedere la Legge sulla Radiotelevisione. Gli esponenti dell'Istituto 8 marzo hanno inoltre inviato tutti i cittadini a continuare a scrivere lettere di protesta al difensore civico per i diritti dei radioascoltatori e telespettatori che finora ne ha ricevute più di 400. Ricordiamo che era stato proprio il difensore civico, assieme alla direzione di RTV Slovenia ad argomentare nei giorni scorsi le ragioni della sospensione di alcune trasmissioni . "Stiamo adempiendo gli obblighi di legge e adeguando la programmazione al periodo elettorale" avevano detto senza convincere però l'opinione pubblica.
Lionella Pausin Acquavita