Foto: Shutterstock
Foto: Shutterstock

La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha rivisto al ribasso la previsione di crescita del PIL per la Slovenia, abbassandola dal 2,6% al 2% per quest'anno, con una stima del 2,4% per il 2026. La causa principale è la debole domanda interna, sebbene gli investimenti potrebbero crescere grazie ai fondi UE e alla ricostruzione post-alluvionale. La crescita del 2024 è stata del 1,6%, superiore alle attese iniziali. La BERS ha inoltre ridotto la previsione di crescita per l'intera regione in cui opera, che comprende l'Europa centrale, orientale e sud-orientale, le ex repubbliche sovietiche, la Mongolia, il Nord Africa e il Medio Oriente. La crescita del PIL della regione dovrebbe essere del 3,2% nel 2025, con una revisione al ribasso di 0,3 punti rispetto alle previsioni di settembre 2024. Nel 2025, la crescita dovrebbe accelerare ulteriormente, raggiungendo il 3,4%. Gli analisti hanno sottolineato che l'incertezza legata al commercio mondiale sta influenzando negativamente gli investimenti e la produzione. I tassi d'interesse si riducono più lentamente del previsto, mentre i pressi inflazionistici restano elevati, incidendo sull'economia. L'incertezza riguardo ai possibili aumenti dei dazi statunitensi e alle misure di ritorsione da parte dei partner commerciali potrebbe danneggiare il commercio, gli investimenti e la produzione. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha evidenziato che l'introduzione dei dazi americani sull'acciaio e l'alluminio potrebbe ridurre il PIL di Slovenia, Bulgaria e Romania dello 0,03%. Nonostante il rallentamento, l'inflazione rimane ancora sopra la media pre-pandemia, con un tasso medio del 5,9% nella regione BERS a dicembre 2024. La BERS prevede una crescita del 2,7% per i Paesi dell'Europa centrale e baltica nel 2025, e del 2,8% nel 2026, mentre i Paesi dei Balcani occidentali dovrebbero crescere del 3,6%. Una previsione più dettagliata sull'andamento del PIL sarà pubblicata dalla BERS a maggio.

Corrado Cimador