Cuore e polmone dell'anima slovena, così vicine e così lontane, Lubiana e Trieste vivono un rapporto intenso, a volte tormentato. "Com'è bella Trieste", rivisitazione di un volume uscito 15 anni fa, si propone di offrire al pubblico sloveno non solo informazioni pratiche per chi desideri visitare la "città nel golfo", come la definì lo scrittore Boris Pahor, ma anche curiosità sulle tradizioni e sulla vita quotidiana dei triestini di oggi. E per questo la versione slovena ha come accompagnamento al titolo anche quello di prima guida turistica di Trieste in sloveno. Poljanka Dolhar ne parla così: "sembra strano, ma questa è la prima guida in sloveno su Trieste. I rapporti tra Lubiana e il capoluogo giuliano sono storici, e molto spesso senza la curiosità senza la curiosità di conoscere l'anima slovena della città, anche perché quest'anima è un po' invisibile in città. Infatti, se pensiamo alle altre comunità, quella serba, quella greca, o quella ebraica, tutte hanno degli edifici molto belli e quindi anche molto visitati, mentre la comunità slovena non ha un edificio di riferimento. Speriamo che il Narodni Dom possa diventare questo".
Il libro è un percorso attraverso vie, piazze, ma soprattutto luoghi per seguire le tracce lasciate dagli sloveni di Trieste e attraverso l'anima mutata del capoluogo giuliano: "negli ultimi 15 anni la città è cambiata molto, così come è sicumaremente cresciuta la curiosità di chi viene a scoprire e visitare Trieste. Ma è cambiata anche perché, spiace dirlo, oggi gli sloveni non sono più un problema per Trieste, ma il problema sono gli altri, che arrivano negli ultimi anni. Quindi quella che prima era spesso una città ostile nei confronti degli sloveni, adesso non lo è più, forse l'ostilità viene dimostrata verso qualcun'altro."
Valerio Fabbri