Una sentenza della Corte Costituzionale del 2003 estese il diritto di voto a tutti i cittadini, senza discriminazioni, la nuova legge del 2006 tolse invece a migliaia di cittadini disabili, posti sotto tutela legale, il diritto di esprimere il proprio voto. Una cosa inacettabile ha commentato Iztok Suhadolnik il presidente dell'Unione delle Associazioni Sonček, che a livello nazionale si occupa delle persone con disabilità gravi. Suhadolnik oggi interviene ai lavori del comitato interni che affronta le modifiche alla legge sulle elezioni con procedura abbreviata. L'obiettivo della coalizone è far passare la normativa in Parlamento in tempo per le Elezioni europee del 9 giugno. La Slovenia si armonizzerà così alla legislazione europea in materia rispettando le Convenzioni internazionali sui diritti dei disabili. L'Associazione, ci spiega, è in prima linea per modificare la normativa da anni, dalle amministrative del 2018 e da quelle comunitarie del 2019, ma fin'ora i tentativi sono stati vani. La materia è molto complessa, continua Suhadolnik, nella prassi succede che una volta che il tribunale, al compimento della maggiore età di una persona con gravi infermità, con disabilità intellettiva o insufficienza mentale, affetti da autismo o sindrome di Dowm, gli assegna un curatore legale, nella maggior parte dei casi si tratta dei genitore, al disabile viene tolto per automatismo il diritto di voto. Vale anche per le persone anziane colpite da demenza, ci spiega il presidente Suhadolnik, e queste sono in netto aumento. Ci sono poi una serie di eccezioni, continua, di persone che tramite la Corte Costituzionale hanno riottenuto il diritto a votare. E' successo nel 2003 ma anche più recentemente, rileva il presidente delle Associazioni Sonček, grazie ad una battaglia legale i giovani disabili, anche per esempio affetti dalla sindrome di Down, con la maggiore hanno potuto recarsi alle urne. Ma questo dovrebbe essere un diritto umano acquisito e valido per tutti, ogni voto ha pari dignità, le parole di Suhadolnik. (ld)