Foto: BoBo
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Mentre l'opinione pubblica è concentrata sulla transizione ecologica e sull'energia nucleare, i Rom di numerosi insediamenti lottano per ottenere il collegamento all'acqua e all'elettricità. Molti bambini rom fanno i compiti alla luce delle candele o passano le serate al buio, ha dichiarato la direttrice di Amnesty International Slovenia, Nataša Posel. Ha definito inaccettabile il fatto che in Slovenia lo Stato neghi alle famiglie rom, che vivono in insediamenti esistenti da decenni, l'accesso all'acqua potabile e all'elettricità. Questo, secondo lei, condanna molti bambini rom alla mancanza di istruzione e alla povertà, un tema particolarmente rilevante alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia.
Secondo i dati del governo, circa un quinto degli insediamenti rom in Slovenia è privo di acqua potabile. "Il governo sostiene che questi insediamenti dispongano di autosufficienza idrica, ma in pratica ciò significa che, ad esempio, una lavatrice viene collegata direttamente a un serbatoio per l'acqua piovana e funziona solo quando piove. Questo non può essere considerato una soluzione sistemica" ha sottolineato Posel.

Jožek Horvat Muc, presidente dell'Unione dei Rom di Slovenia, ha evidenziato come la mancanza di acqua e elettricità causi gravi problemi alle famiglie rom, ostacolando l'istruzione dei bambini e l'occupazione degli adulti. Secondo Horvat Muc, lo Stato dovrebbe affrontare la questione con maggiore serietà e organizzazione, poiché non si può lasciare la risoluzione di tali problemi alla discrezione di singoli politici o sindaci, né a livello locale né a livello statale. "Abbiamo bisogno di regole sistematiche, finanziamenti strutturati e una chiara definizione delle responsabilità per risolvere queste questioni" ha affermato.
Ha inoltre proposto che una parte dei problemi potrebbe essere risolta modificando l'articolo 20 della legge sul finanziamento dei comuni, stabilendo che i fondi destinati ai Rom siano vincolati. Secondo le sue informazioni, i comuni riceveranno il prossimo anno 9,2 milioni di euro per questa finalità, una cifra che ha definito "non trascurabile."

Amnesty International Slovenia insiste sul fatto che lo Stato è sempre responsabile di garantire i diritti umani sul proprio territorio, anche se delega alcune competenze ai comuni. Pertanto, ha avviato una raccolta di firme per una petizione rivolta al primo ministro Robert Golob, chiedendo al governo di garantire l'accesso all'acqua alle famiglie rom nel sud-est della Slovenia dove questo diritto non è ancora rispettato. "La fornitura di acqua è una responsabilità comunale, ma se i comuni non lo fanno per i loro cittadini, è dovere dello Stato intervenire e garantire il diritto costituzionale all'acqua" recita la petizione. (ld)