La decisione di trasferire in Israele due piccoli pazienti, affetti da una malformazione cardiaca congenita e senza cure adeguate a Lubiana, non è bastata a salvare le loro vite. Una tragedia maturata nel combinato disposto di carenza di personale specialistico e decisioni forse tardive, forse malgestite, di fronte a un destino che, comunque, sembrava segnato. Anche se sul tema né il premier Golob né i medici, a partire dal direttore scientifico dell'UKC Marko Jug, si sono esposti, in attesa di un processo di revisione interna, che sarà eseguita da esperti indipendenti e di fama internazionale. Fra le ipotesi emerse, e comunque non confermate, c'è anche quella di una comunicazione sbagliata. Il verdetto dovrebbe arrivare entro poche settimane.
Al netto della tragedia che ha sconvolto i genitori, ma anche una parte dell'opinione pubblica, rimane il problema di scarsa fiducia in un sistema di sanità pubblica che Golob ha promesso di riformare sin dalla campagna elettorale. Con più ombre che luci finora, ma con un piano chiaro che dovrà essere attuato dal prossimo ministro della Salute, che sarà annunciato a fine mese. Intanto Golob ha promesso che il governo e il ministero esamineranno le modalità con cui contribuire a garantire più personale nella clinica pediatrica e il riconoscimento del loro lavoro professionale. Più in generale, oggi hanno anche discusso di come rafforzare il sistema sanitario pubblico sloveno che, secondo Golob, è "uno dei migliori in Europa e deve rimanere tale". La sensazione che rimane, però, è che sia solo una dichiarazione politica di facciata.
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