Secondo quanto è stato riferito al portale di informazione N1 dalla polizia di Lubiana le indagini scaturite in seguito alla denuncia del deputato dei Democratici Branko Grims che aveva detto di aver subito un tentativo di omicidio lo scorso 28 ottobre, da parte di un contestatore che aveva cercato di buttarlo giù dalle scale del Parlamento sono state chiuse, poiché dal materiale raccolto non è stato rilevato alcun contatto fisico tra lui e l’aggressore.
Si sta, però, ancora cercando la persona sconosciuta, che è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza, che secondo il dipartimento di polizia della capitale, avrebbe tenuto un comportamento nei confronti del deputato che rientra tra i reati di lesione personale minori. Quest’ultimi non sono chiari, ma il giorno successivo l'incidente, Grims aveva anche raccontato, che "l'aggressore gli aveva sputato sulla schiena e sui capelli" e di aver sentito dire che avrebbe dovuto "essere ucciso", ma non sapeva se queste parole fossero state pronunciate dall'aggressore o da uno dei passanti.
Pronta la reazione alla notizia da parte della direttrice dell'"Istituto 8 marzo" Nika Kovač, vittima anch'essa di una attacco fisico pochi giorni prima di quello denunciato da Grims, dichiarando che "se questo è vero, allora il deputato Grims avrebbe mentito”. La Kovač ha, però, anche ribadito che in ogni caso si tratta di "atti inammissibili".
"Non si tratta solo della storia di un deputato o di quella mia personale, ma di una vicenda che spiega il clima sociale generale", ha scritto; ricordando, però, che quando aveva subito un aggressione fisica, il gesto era stato condannato praticamente da tutti, tranne che dall'ex primo ministro Janez Janša e dai membri del suo partito, del quale Grims è una delle figure più influenti, che subito dopo l'aggressione avevano iniziato a produrre contenuti che relativizzavano l'accaduto e mettevano addirittura in dubbio la realtà dei fatti.
Barbara Costamagna