Con la nuova legge “hanno usurpato la nostra RTV e per questo abbiamo deciso di rivolgerci al massimo organo costituzionale, per chiedere di porre un freno a comportamenti anti-democratici e ristabilire l’interesse pubblico di tutti, non solo di pochi eletti”. Con queste parole dure gli attivisti della Voce dei pensionati hanno deciso di suonare la carica per tornare in piazza contro un esecutivo che loro criticano e osteggiano fin dalla prima marcia di protesta a febbraio scorso. E la presentazione della proposta di revisione depositata oggi alla Corte costituzionale suona più come un diversivo che come una reale minaccia, nonostante l’appello all’ente radiotelevisivo per far ascoltare la propria voce, completamente esautorata dopo l’entrata in vigore della nuova legge che, secondo loro, ha ridisegnato il sistema pubblico radio-televisivo, escludendo di fatto i pensionati dai consigli di programma. Vogliamo avere un dialogo civile ed essere ascoltati, hanno detto, altrimenti passeremo dalle parole ai fatti, andando a protestare davanti alla sede di RTV e, se necessario, anche dentro.
Senza il loro leader Pavel Rupar ai rappresentanti dei pensionati è sembrata mancare non solo la capacità retorica, ma anche la forza, o quantomeno l’impressione di poter incidere sugli eventi. Motivo per il quale l’attenzione è stata subito spostata sulla marcia dei pensionati organizzata per mercoledì 18 a Lubiana, giorno nel quale i temi della protesta saranno numerosi, dalla riforma del sistema pensionistico, soprattutto per gli oltre 70 mila pensionati che ricevono un assegno inferiore a 500 euro, a una revisione della proposta di legge sulla Sanità pubblica che, secondo loro, discrimina e marginalizza i più anziani. Per quel giorno sono previste anche novità per quanto riguarda la possibilità di dar vita a un nuovo partito politico, anche se molto dipenderà dalle condizioni di salute di Rupar, costretto a dare forfait all’ultimo minuto per le complicazioni della convalescenza in seguito a una operazione chirurgica. L’ipotesi che l’ex deputato del Partito democratico sloveno (SDS) possa dar vita al partito dei pensionati era circolata nei giorni scorsi, più che altro per porre un freno al costante declino della sua capacità di mobilitare e portare in piazza diverse migliaia di persone. Non resta che aspettare il 18 ottobre.
Valerio Fabbri