Per ridisegnare i rapporti tra economia e società, e riportare il lavoro e la sua dignità al centro della vita collettiva del Paese, dal centro congressi di Ancarano il ministro Luka Mesec ha deciso di lanciare nell'agenda politica slovena il tema della "democrazia economica" nella prima giornata dei lavori del tradizionale convegno organizzato dall'Associazione dei consigli dei lavoratori della Slovenia, il cui manifesto programmatico è basato su molti dei temi che il concetto di "democrazia economica" racchiude. Fra i punti in agenda dell'Associazione figurano anche l'importanza della regolamentazione del lavoro da remoto e di salute e sicurezza occupazionali, ma a tenere banco è stato il tema di un'economia post-pandemia ridisegnata con un nuovo, più a misura d'uomo.
Agli oltre 100 partecipanti in rappresentanza delle 110 aziende che rappresenta, Mesec ha illustrato le politiche che intende attuare per realizzare uno sviluppo rapido dell'uguaglianza economica per migliorare l'ambiente sociale e, di conseguenza, la qualità della vita.
Dalle parole ai fatti, Mesec ha spiegato che a partire dal 2023 il suo ministero istituirà anche un direttorato specializzato per la "democrazia economica", che si occuperà di superare il capitalismo "salariale" e spingere il mondo economico sloveno verso una compartecipazione dei lavoratori al capitale e una gestione condivisa delle aziende, anche e soprattutto quelle più grandi. Oltre all'aspetto istituzionale, comunque in fase sperimentale, il ministro ha sottolineato che esiste la piena volontà politica del governo, a partire dal premier Golob, che intende ripensare i confini tra il mercato e tutto ciò che non è mercatizzabile. Sulla falsariga di quanto già accade in Germania, nei paesi scandinavi, ma anche ispirandosi al modello del mondo delle cooperative diffuso in Emilia Romagna, espressamente citato da Mesec.
Valerio Fabbri