Caduto ogni sospetto nei confronti dell'ex presidente della repubblica ed ex premier, Borut Pahor e degli ex ministri dell'economia e delle finanze, Matej Lahovnik e Franc Križanič. Dopo 5 anni, la polizia ha chiuso le indagini nei loro confronti per presunta responsabilità politica nel mega progetto Teš 6, /dai costi esorbitanti, riguardante la realizzazione del sesto blocco della centrale termoelettrica di Šoštanj/, decidendo di non emettere alcuna denuncia penale. Lo riferisce oggi il portale “Necenzurirano”. Era stata la Camera di Stato cinque anni fa, a sollecitare un'indagine denunciando alla polizia il sospetto di comportamento non regolamentare da parte di titolari di pubblici uffici nello scandalo Teš. Dalla firma del contratto alla realizzazione del progetto erano passati anni; inizialmente i costi previsti per l'investimento erano stati calcolati in 655 milioni di euro, successivamente si era arrivati a 1,41 miliardi. Sulla base del rapporto finale della commissione parlamentare di inchiesta per accertare le responsabilità politiche nel progetto Teš 6, la Camera di Stato aveva concluso che Pahor, Lahovnik e Križanič, come titolari di funzioni pubbliche, erano politicamente responsabili, essendo venuti meno a determinati obblighi, esponendo lo stato a rischi sproporzionati nell'utilizzo di fondi pubblici e per le modalità di finanziamento del progetto. Nel 2021 la vicenda era finita anche nelle mani dell'ufficio investigativo nazionale, dove non è stato però possibile ricostruire la catena di responsabilità per stabilire fondati sospetti di reato. Del caso si sono occupate in questi anni le direzioni di polizia di Lubiana e Celje, risultando subito estremamente complesso; raccolte decine di migliaia di pagine di documentazione, per oltre 150 fascicoli.
Delio Dessardo