Il quadro epidemiologico, seppur lentamente, sta finalmente migliorando, ha detto Nuška Čakš Jager del Centro per le malattie infettive dell'Istituto nazionale di salute pubblica, ma non per questo, ha aggiunto, va abbassata la guardia, perchè il virus è ancora presente e continua a circolare. Nella giornata di ieri accertati 1439 casi, di cui 880 grazie dagli oltre 5 mila tamponi molecolari provessati, e 559 contagi tramite circa 39mila 500 test antigenici, un numero molto alto dovuto ai test rapiti a cui si sono sottoposti i dipendenti delle scuole che ieri hanno riaperto i battenti dalla prima alla terza classe elementare in tutto il paese. In calo il numero degli ospedalizzati, 864, resta però stabile il numero dei ricoveri in terapia intesiva, 160. In calo anche il numero dei decessi riconducibili al covid, ieri 13.
Da rilevare il netto calo dei numero dei nuovi contagi nelle strutture per anziani, dovuto a più fattori, tra cui anche alla vaccinazione, ha aggiunto Čakš Jager, per esempio lo scorso lunedì 8 febbraio, non si è registrato nemmeno un caso di positività tra gli anziani delle RSA e tra i dipendenti delle strutture. Formalmente la Slovenia si trova ancora nella fase rossa, ma stando alle cifre e ai paramentri previsti dal piano allentamenti si troverebbe già nella fase arancione, infatti sia il numero dei contagi giornalieri negli ultimi sette giorni (827) e il numero degli ospedalizzati (864) si trovano sotto la soglia di sicurezza di 1000.
Gli epidemiologici, ha confermato Čakš Jager, sono dell'idea che non servono più nè il coprifuoco nè il divieto di spostamento tra i comuni, ma le decisioni le prende il Governo in accordo con il comitato tecnico scientifico, ha aggiunto. Stasera a Brdo presso Kranj si riunirà l'esecutivo per decidere eventuali nuovi allentamenti anche alla luce degli ultimi numeri che sono incoraggianti. (ld)