L'annunciato dibattito in sede di commissione è stato caratterizzato da una sorta di duello indiretto fra il deputato del Partito democratico Andrej Hoivnik e la presidente della commissione Cultura, Sara Žibrat, che ha cercato di restringere il perimetro d'azione del giovane parlamentare. Anche se l'esito della mozione era scontato e prevedibile – è stata infatti respinta con 8 voti contrari e 5 a favore – Hoivik si è ripreso lo spazio che Žibrat gli aveva sottratto, alcune settimane fa, negando la discussione in apertura di commissione facendo votare una delibera che di fatto annullava il dibattito. E per oltre tre ore il confronto si è giocato tutto sul piano politico, con il tema dell'ente radiotelevisivo pubblico oggetto del contendere.
La questione è sempre la stessa e nemmeno il referendum di due anni fa, del quale ricorre oggi il secondo anniversario, sembra averla risolta: la depoliticizzazione del servizio pubblico. Hoivik ha denunciato la continua violazione dell'articolo 5 della legge sulla RTV, che invita i giornalisti a rispettare il principio della verità, dell'imparzialità e della completezza dell'informazione, nonché il principio del pluralismo. L'opposizione ha chiamato in causa anche la Corte dei Conti per chiedere una verifica sui 15 milioni dei programmi delle comunità nazionali e l'effettiva destinazione d'uso. Come detto però, questo come gli altri punti della mozione sono stati respinti. Unico punto condiviso da tutti, però, è la situazione delicata che attraversa RTV, e che la presidente del consiglio di amministrazione, Natalja Gorščak, si è detta convinta di riuscire a superare con finanziamenti stabili e continuità organizzativa.
Valerio Fabbri