Schengen tra Slovenia ed Italia per ora sembra reggere , anche dopo l’entrata in vigore delle ultime disposizioni di Lubiana che inaspriscono le condizioni per il passaggio della frontiera tra Slovenia ed Italia.
Da giorni i residenti in Slovenia non possono lasciare la propria regione statistica, da domani resteranno confinati nei loro comuni, quindi non è possibile nemmeno passare la frontiera. Chi lo fa rischia di incappare in sanzioni al rientro in patria. Previste comunque tutta una serie di deroghe. Passano senza problemi, come accadeva anche a marzo, i lavoratori frontalieri. Con oggi sono scattate le limitazioni per l’entrata in Slovenia dalle regioni che Lubiana ha messo sulla sua lista rossa. Vietato l’ingresso senza tampone negativo o senza quarantena da tutto il nord Italia, Friuli – Venezia Giulia e Veneto compresi. Anche qui sono previste praticamente le stesse eccezioni che consentono agli sloveni di uscire dal paese.
Oggi niente barricate ai confini e niente controlli di polizia rinforzati. Da Capodistria precisano che nelle regolari operazioni di pattugliamento del territorio la polizia monitorerà anche le eventuali violazioni nel passaggio dei confini. Per ora, almeno, Lubiana non sembra intenzionata a ripetere lo scenario dello scorso marzo, quando i valichi secondari erano stati chiusi con apposite barriere.
Nel fine settimana i distributori di benzina lungo la fascia confinaria sono stati letteralmente presi d’assalto da chi è venuto a fare l’ultimo pieno. A Plavia in mattinata abbiamo visto solo poche vetture con targa italiana passare dall’altra parte. Sino alle undici saranno state in tutto una ventina di macchine, che sono arrivate fino al vicino distributore, a poche centinaia di metri dal confine, per fare il pieno e poi far immediato rientro a casa. Valichi deserti e nessun controllo né da parte italiana e nemmeno da parte slovena a Chiampore e a Santa Barbara. A Lazzaretto, invece c’era una pattuglia dei carabinieri in regolare servizio. Per l’Italia non ci sono limitazioni per l’entrata dalla Slovenia. Anche lì qualche vettura con targa italiana passava il confine di pochi metri per andare a fare il pieno al distributore che sta a ridosso della frontiera, per poi fare una rapida inversione e ritornare indietro.
Stefano Lusa