
Per Paolo Giordano la letteratura contemporanea può proporsi come bussola orientativa in questo drammatico scorcio della Storia umana. Lui la declina innanzitutto nei suoi romanzi di successo, ma la alimenta anche con il giornalismo, o meglio con un modo di fare giornalismo che ha definito privilegiato perché gli permette di raccontare il suo punto di vista prima ancora dei fatti, che pure verifica in prima persona come testimoniano i suoi recenti viaggi in Ucraina o in Groenlandia.
Il suo ultimo romanzo "Tasmania", edito nel 2022 e uscito in traduzione slovena per Mladinska Knjiga, è questo e molto altro, perché ha tratti autobiografici e pone domande senza trovare sempre le risposte: "in Tasmania c'è al centro un uomo che deve accettare o capire come gestire l'idea che non avrà figli suoi con sua moglie - pur avendoci dedicato molti anni, senza successo - questo fa un po' collassare l'idea di futuro che aveva costruito per sé, i suoi piani. E quindi è una ricostruzione di un senso del futuro, una volta che ti è stato un po' sfilato davanti. Nel romanzo, questo vale per la sua vita intima, ma riguarda anche un mondo dove il futuro e la speranza sembrano vacillare più che in altre epoche."
Il tutto con una narrazione improntata a una vena di tristezza, che dalla vita privata del protagonista si irradia alle persone che gli sono vicine e agli eventi del mondo che lo circonda. Tema impegnativo che però, nonostante tutto, ha strappato applausi e qualche sorriso al nutrito e partecipe pubblico dello Cankarjev Dom.
Valerio Fabbri


