La prima volta che nell'area linguistica italiana si è fatto uso della parola "vita" - che è un'evoluzione del latino VITA(M) - fu nel 1065, nella Formula di confessione umbra; ma la madre di tutte le citazioni è in Dante: non c'è chi non ricordi il famoso incipit della Divina Commedia "Nel mezzo del cammin di nostra vita". E propriamente dantesca, cioè inventata dal sommo poeta fiorentino, è forse l'espressione "arco della vita". Mentre "dolce vita", lanciata dal celebre film di Federico Fellini uscito nel 1960, nel significato di 'esistenza frivola e lussuosa' circolava in Italia fin dall'Ottocento, "come probabile calco del francese doucer de vivre". Notizie e curiosità raccontate dal linguista Giuseppe Patota in volumetto uscito per Apice Libri e intitolato appunto "Vita". Un viaggio appassionante nella storia di una gran bella parola, che indica il bene in assoluto più importante e prezioso che abbiamo. E se sul senso della vita l'autore non ci dà - non può darci - risposte, sul senso della parola "vita" lo studioso - in qualità di linguista, non certo di scienziato o di filosofo - alla fine della sua esplorazione propone a noi lettori un significato inedito, e più ampio di quelli normalmente attributi al termine "vita", "che comprende e contemporaneamente trascende" tutti gli altri.