La Slovenia è piccola, gli abitanti in totale appena due milioni, quindi anche i reati penali sono in proporzione. L'applicazione statistica vale anche in tempo di coronavirus. E così, dai dati diffusi dagli inquirenti in queste ultime settimane, risulta una forte decrescita dei furti aggravati e delle rapine, che segnalano un meno 45%, e una crescita d'altro canto delle appropriazioni indebite, più 37% e delle truffe, più 17%. La direzione generale della polizia ha raccolto i dati per i primi tre mesi dell'anno, che più o meno rispecchiano una situazione paragonabile a quelli raccolti in periodi precedenti, tuttavia nello specifico per le settimane di emergenza coronavirus, anche a seguito della forzata presenza in casa dei proprietari, la criminalità patrimoniale presenta un quadro più positivo del solito. Come rilevato, inferiore del 45% rispetto alla media. La flessione del traffico sulle strade, la chiusura dei centri commerciali e della maggioranza dei negozi ha ridotto anche le trasgressioni, le liti, e gli atti di vandalismo. I fatti di sangue e i delitti a sfondo sessuale rientrano nella media, mentre sono in crescita i reati di violenza tra le mura domestiche, rivolti verso il partner, la famiglia, i figli, conseguenza del maggiore numero di ore di coabitazione dei componenti la famiglia e quindi l'insorgere più frequente di liti. In questi giorni le forze di polizia, specie nei luoghi pubblici, hanno aumentato la presenza e intensificato le misure di prevenzione anticrimine, nel contempo invitano la cittadinanza ad avere la massima tolleranza in famiglia e nel rapporto con gli altri, come pure a non esitare di denunciare prontamente tutte le forme di reato, sia quelle rivolte verso i beni che verso le persone. Infine, fatto oltremodo positivo, i cittadini della Slovenia durante l'emergenza coronavirus rispettano in buona parte i provvedimenti adottati dal governo.

Miro Dellore

Foto: Radio Koper/splet
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