Foto: BoBo/Srdjan Živulović
Foto: BoBo/Srdjan Živulović

La Procura di Stato ha iniziato quindi a soddisfare le richieste del ministro degli Interni, Aleš Hojs, di intentare azioni legali contro i manifestanti, identificati dalla polizia come organizzatori di proteste non autorizzate. La notizia è stata confermata dalla stessa Procura di Stato che ha precisato di non poter svelare a chi esattamente lo Stato abbia fatto causa, al fine di tutelare gli interessi del procedimento penale. Secondo quanto riportato da diversi media, molto probabilmente la prima causa è stata intentata contro uno dei più conosciuti manifestanti del venerdì, Jaša Jenull, che rappresenta un forte elemento di disturbo per il governo Janša. Il quotidiano Dnevnik precisa che non è ancora chiaro a quale protesta l'azione legale si riferisca, a quelle del venerdì che vanno avanti ormai dal maggio dell'anno scorso, o a quelle più recenti, del mercoledì. Tuttavia, poiché le proteste dei ciclisti del venerdì non causano grandi costi alla polizia, si presume che la Procura abbia chiesto - per cominciare - "solo" poche migliaia di euro, mille o due mila sempre secondo il Dnevnik. Né Jenull né altri manifestanti con cui il quotidiano è in contatto non hanno ancora ricevuto alcuna denuncia. Jennull comunque ha definito la mossa del Ministero degli Interni come un tentativo di impedire le proteste spontanee e un abuso della Procura di Stato. "Il Ministero degli Interni sta violando la libertà di assembramento e la libertà di esprimere la propria opinione, garantite dalla Costituzione", ha detto Jenull aggiungendo: "Ci vediamo alle proteste del venerdì".


E. P.