Foto: DZ/Matija Sušnik
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La crisi del gas ha messo in ginocchio tutti i Paesi dell'Europa, nessuno escluso, ha detto Golob dinanzi ai parlamentari. Il premier, ha riferito che, l'esecutivo non esclude la possibilità, al fine di garantire l'approvvigionamento energetico, della nazionalizzazione di qualche compagnia energetica, e a tal riguardo ha ricordato quanto fatto da Berlino con la nazionalizzazione del gigante del gas tedesco Uniper.

Pertanto, il governo nel saldo B del bilancio, cioè sul conto dei crediti finanziari e degli investimenti, si riserva di stanziare 750 milioni di euro per la ricapitalizzazione del settore energetico, se necessario. Ciò permetterebbe di mantenere sempre stabili le aziende di importanza sistemica. È possibile - ha aggiunto Golob - che già il mese prossimo che la Slovenia passi alla nazionalizzazione di qualche compagnia energetica. Non si tratta di una manovra di stampo socialista o comunista - ha detto - ma di una manovra atta a garantire una fornitura stabile di prodotti energetici.

La manovra, oggi sul tavolo dei parlamentari, prevede un aumento di 600 milioni di euro necessari a far fronte al caro-energia e al caro-vita. Secondo il nuovo bilancio, le spese previste saranno pari a un importo di 14,6 miliardi di euro, mentre le entrate dovrebbero attestarsi a 12,5 miliardi di euro. Il deficit, dunque, a fine anno dovrebbe superare i due miliardi di euro. Un deficit di bilancio - secondo Golob - da considerare accettabile vista la situazione in essere a livello globale. Secondo lui, l'aumento di spese previste alla pari del deficit a fine anno sarà anche inferiore. Uno scostamento dettato da circostanze straordinarie che lascia già intravedere un 2023 molto più incerto quando non avremo la fortuna di poter programmare il bilancio in modo così equilibrato - ha concluso il premier.

Corrado Cimador