Non è facile mantenere in piedi una rivista, e i sessant'anni compiuti nel 2024 sono davvero un bel traguardo per "La Battana", una delle riviste più longeve nel panorama culturale e letterario italiano. Nacque, nel 1964, con il compito di testimoniare la presenza nell'Istria e a Fiume di una cultura italiana specifica, della sua produzione letteraria, e di farsi allo stesso tempo strumento di dialogo e di confronto con altre realtà, mettendo insieme la cultura delle due sponde dell'Adriatico. Una linea ideale tracciata dai padri fondatori, Eros Sequi, Sergio Turconi e Lucifero Martini, che diressero "La Battana" sino al 1989, e abbracciata da quella giovane redazione guidata da Ezio Giuricin che quindi ne prese il posto, e percepiti i segnali di cambiamento, accolse nel trimestrale di cultura dell'Edit anche questioni politiche e sociali, di grande importanza per la comunità nazionale italiana.

Molti momenti hanno caratterizzato il percorso della rivista, che ha navigato in mari non sempre tranquilli ed è giunta fino a noi in buona salute, come nei diversi interventi presentati nel convegno dell'anniversario, a Fiume, è stato sottolineato. Rimane uno dei vertici degli strumenti culturali a disposizione della nostra comunità, una pubblicazione di elevato profilo, forse al punto da risultare anche un po' esclusiva e un po' escludente (è il giudizio di Elis Barbalich-Geromella, caporedattrice dal 2002 al 2004). Legame stretto, in ogni caso, appare oggi quello con il Dipartimento di Italianistica dell'ateneo fiumano, dove "La Battana" fa parte del programma di insegnamento, e dove lavorano studiose molto attive e impegnate come Corinna Gerbaz Giuliano, alla guida della pubblicazione dal 2008: "una rivista - afferma - che opera avendo sempre presente un'eredità preziosa, ma che affronta le sfide del futuro. Il processo di digitalizzazione, in primo luogo, o la categorizzazione della rivista".

Non è mancato al convegno il saluto dell'Unione italiana, portato dal presidente Maurizio Tremul. "Sessant'anni di longevità - dice Tremul a Radio Capodistria - sono la dimostrazione che la comunità nazionale italiana possiede al proprio interno le risorse, e cioè le persone, gli intellettuali, scrittori, artisti in grado di rendere la rivista viva, attraverso una serie di percorsi a volte anche molto diversi fra loro ma che hanno saputo cogliere lo spirito del tempo in cui si sono realizzati".

Alcuni dei partecipanti: da sin. Gianna Mazzieri-Sanković, Maurizio Tremul, Corinna Gerbaz Giuliano, Laura Marchig, Eliana Moscarda, Ezio Giuricin
Alcuni dei partecipanti: da sin. Gianna Mazzieri-Sanković, Maurizio Tremul, Corinna Gerbaz Giuliano, Laura Marchig, Eliana Moscarda, Ezio Giuricin