Dal documento risulta che nel territorio di insediamento storico della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia, gli impiegati pubblici negli uffici delle imposte sono obbligati a sbrigare i procedimenti anche in italiano, nel caso in cui ciò venga richiesto.
Si risolve così, si spera in modo definitivo, la questione dell'obbligo degli impiegati pubblici negli uffici delle imposte di usare la lingua italiana nei procedimenti a prescindere se ciò viene richiesto da un appartenente alla CNI oppure da un qualsiasi cittadino europeo. La decisione presa dal neoeletto direttore generale dell'Amministrazione finanziaria del Ministero delle Finanze, Ivan Simič, si rifà in particolare al secondo comma dell'articolo 62 sulla Legge sul procedimento amministrativo generale, che stabilisce che nei territori dei comuni, dove le lingue ufficiali sono anche l'italiano e l'ungherese, il procedimento amministrativo si svolge in lingua slovena e nella lingua della comunità nazionale, se la persona interessata lo richiede. La richiesta può essere presentata sia all'inizio che in qualsiasi altro momento nel corso di un procedimento. Il testo della disposizione chiarisce inoltre, che hanno il diritto di esercitare il diritto all'uso della lingua minoritaria nel territorio bilingue sia gli appartenenti alla CNI che qualsiasi altra persona. Sono state finalmente accolte le istanze presentate ripetutamente dalle istituzioni della CNI per un'interpretazione delle norme giuridiche, ma mai completamente applicate. La decisione è stata salutata con soddisfazione del deputato al seggio specifico Felice Žiža e il presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani. L'Amministrazione finanziaria dispone inoltre, adesso della modulistica necessaria per svolgere il proprio lavoro in forma completamente bilingue.

Danijel Konestabo

Foto: Radio Capodistria
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