Indubbiamente è stato un anno positivo perché siamo in periodo festivo e dobbiamo essere più buoni; non è solo una battuta ma credo che il 2018 nonostante i chiaroscuri che ci sono sempre sia stato un anno positivo. Perché positivo? Perché siamo riusciti a organizzare le nostre elezioni nonostante le difficoltà legate alla data, all'introduzione delle normative legate alla privacy, alla mancata comunicazione diretta con gli aventi diritti al voto. Quindi, nonostante la serie di difficoltà che sono insorte c' è stata comunque un'ottima partecipazione al voto per quella che è un'associazione di cittadini. Importante inoltre il responso; io a 56 anni sono la persona più vecchia che ricopre un ruolo di vertice all' interno dell'UI. Chi siede nella Giunta Esecutiva, il presidente ed il vice dell'Assemblea, sono meno che quarantenni, sono trentenni e qualcuno ancora più giovane. Quindi abbiamo portato a compimento quel ricambio generazionale che veniva richiesto da tanti. Ricambio generazionale non vuol dire solo giovanilismo infatti chi è giovane adesso dovrà costruirsi un'esperienza; io e altri che abbiamo questa esperienza siamo pronti a metterci a disposizione dei nuovi vertici dell'Unione italiana. Poi se guardiamo anche altri aspetti c'è il rifinanziamento della 73/01 che nonostante i patemi d'animo è stata accolta, il che dimostra comunque la capacità di intervenire sul Governo e il Parlamento sensibilizzando una realtà particolare. Una decisione che ha visto una partecipazione corale di molte forze politiche parlamentari da quelle di opposizione a quelle di governo il che sta a dimostrare che la questione degli italiani dell'Adriatico orientale è una questione, comunque, al centro dell'attenzione della politica estera italiana come pure quella degli esuli. Lo stesso vale per il sostegno alla stampa delle minoranze e alla stampa italiana all'estero che riescono ad avere la loro specificità. Se poi guardiamo anche alla rinnovata operazione politica che come UI stiamo facendo nel tessere relazioni per creare network a tutti livelli-dalle autonome locali e regionali a livello di Slovenia, Croazia ed Italia ecco- allora io credo che complessivamente possiamo definire il 2018 come un anno positivo.
Ma naturalmente non sono mancati i problemi.
Forse quello maggiore è legato alla crisi all'Università popolare di Trieste. Speriamo che il commissariamento metta ordine nell'ente morale e che quindi il flusso dei finanziamenti e della collaborazione possa riprendere per realizzare l'attività non fatta nel 2018 ma anche quelle non realizzate prima a causa, diciamo così, dell'uso un po' disinvolto delle risorse mirate come hanno rilevato i Revisori dei conti. Spero inoltre che si apra questo tavolo di dialogo con il MAE e con la Regione FVG per individuare le migliori forme e modalità di erogazione delle risorse e ovviamente anche di controllo di come queste vengono spese così come ci è stato dato mandato dall' Assemblea dell'Unione italiana all'ultima seduta del 17 dicembre a Isola.
Ha nominato le elezioni per il rinnovo degli organismi dell'Unione italiana ma per la componente italiana che vive in Slovenia il 2018 è stato pure l'anno delle elezioni politiche e amministrative.
Indubbiamente due appuntamenti fondamentali. Le amministrative hanno dato in alcune località un risultato interessante, in altre l'esito era scontato. Indubbiamente se viene chiesta all'Unione una riflessione sulla scarsità di candidature in alcune Comunità, sulla bassa affluenza in una domenica qualsiasi dell' 8 luglio dovremmo porci la stessa domanda anche per qualche realtà di qualche CAN in cui l' affluenza è stata maggiore, ma teniamo conto che si tratta di affluenze in cui tu vai comunque a votare il tuo sindaco, il consiglio comunale e quindi c'è un vantaggio indubbio in questo senso e poi anche lì ci sono state realtà in cui non ci sono stati controcandidati . Per cui una riflessione andrebbe fatta; se esiste un problema lo dobbiamo affrontare tutti quanti e partendo con il piede giusto. Ci sono alcune riconferme, alcune innovazioni che hanno portato forze giovani all' interno delle CAN il che è sicuramente positivo. Mi sembra che anche in quel settore però dovranno un po' ispirarsi all' Unione Italiana che invece ha compiuto un rinnovamento molto profondo. Si dirà che Maurizio Tremul è pur sempre ai vertici dell'Unione. È vero, ma nel ruolo di presidente dell'Unione è molto meno dentro alla gestione dell'organizzazione che non un presidente di una CAN che è rappresentativo ma anche operativo.
Le politiche invece?
Per quanto riguarda le politiche, invece io ero anche candidato ma, come noto, non sono stato eletto. Torno a ringraziare gli elettori che mi hanno dato fiducia. La maggioranza ha scelto un altro candidato e io devo dire che con Felice Žiža stiamo collaborando bene, è lui l'interlocutore anche dell'Unione italiana nei rapporti con il governo sloveno e stiamo avendo dei contatti con diversi ministeri. Spero che questa collaborazione a livello istituzionale possa essere mantenuta forte per il bene della CNI. Tutti noi possiamo avere e abbiamo ruoli, funzioni, idee, personalità o approcci diversi ma quello che io sto dicendo da un po' di tempo è che dobbiamo approcciarci in modo tale che ci sia una cabina di regia in cui ci possiamo scambiare l'opinione ma dalla quale dobbiamo uscire coordinati per affrontare le principali sfide che abbiamo davanti, e ne abbiamo tante.
Il rifinanziamento della 73/01 arriva in quest' ultimo frangente di anno, un anno che è stato caratterizzato dalla costante rincorsa del reperimento dei finanziamenti, per altro garantiti.
Finanziamenti che non sono arrivati da una parte perché ci sono state delle scelte politiche-presentate come operative ma in realtà politiche- che la dirigenza dell'UPT ha fatto quest'anno iniziando dalle modalità di utilizzo delle risorse della Regione FVG il che ha creato grosse difficoltà al Fondo promozione delle Comunità degli Italiani. Ne ha risentito quindi l'approvazione del piano finanziario 2018 che è stato accolto in ritardo ponendo una pezza, ma non così efficace, a quella decisione che è stata fatta per quanto riguarda le modalità di utilizzo dei fondi FVG. Tutto è avvenuto con grandi ritardi e l'UI è riuscita ad ottenere praticamente solo alla fine dell'anno tutte le risorse da Roma ovvero il terzo di gestione della 73/ 01. Per Convenzione- come noto- due terzi vengono gestiti dall' UPT mentre un terzo lo gestiamo noi e per quello che gestiamo noi abbiamo ottenuto tutti i finanziamenti. Non così per l'UPT che ha ottenuto poco più di 100 mila euro su 2 milioni e passa di risorse per una serie di carenze di documentazione. Non è arrivata neanche la seconda tranche del contributo ordinario del piano permanente sempre a causa della situazione che si è creata all'UPT. Voglio chiarire che in questo non c'è nessuna responsabilità dell'Unione italiana che ha assolto ogni suo dovere di rendicontazioni o di altri impegni attinenti alla documentazione. La crisi all' UPT ha cerato e sta creando notevoli difficoltà alle nostre istituzioni. Noi cerchiamo di intervenire nel limite delle nostre possibilità. Chiara la necessità di aprire un tavolo con il governo e con la Regione FVG per creare una situazione in cui le risorse vengano erogate in maniera fluida. Ci sia una definizione dei programmi e un incremento ulteriore, se vogliamo, dei controlli e delle verifiche a monte e a valle, però una volta partiti ci deve essere certezza. Questo ci viene chiesto dalle nostre Comunità degli Italiani, dalle scuole e dalle altre istituzioni e questo è quello che vogliamo dare ai connazionali. Perciò io ringrazio ancora una volta il governo italiano per il rifinanziamento della 73/01 perché comunque da una certezza di continuità di sostengo ai nostri connazionali.
Trattative con il MAE e la Regione FVG per la fluidità dell'erogazione dei contributi dunque tra le priorità del 2019?
Io direi che tra le altre sfide sul piano dei rapporti con la Nazione Madre c' è la necessità di dare sostegno all'editoria italiana all'estero - in questo caso alla "Voce del popolo" e altre riviste dell'EDIT - attraverso degli strumenti giuridici che lo Stato italiano vorrà individuare. Un contributo che noi proporremo comprenda in futuro anche Radio e TV Capodistria e i programmi italiani di Radio Fiume e Pola quindi i media elettronici della CNI. Vedremo cosa si potrà fare. L' altra sfida è quella di fare in modo che ci sia il progressivo aumento delle risorse da parte della Croazia in favore della CNI. In questo contesto il deputato e vicepresidente del Sabor, Furio Radin sta svolgendo un lavoro egregio dal punto di vista politico. Un' operazione importantissima e gli siamo profondamente grati. Nel 2019 andrà verificata la realizzazione di quel Piano di attuazione dei diritti minoritari sottoscritto con il premier Andrej Plenković e varato un anno e mezzo fa. Per cui bisognerà vedere di attuarlo anche in relazione alla ristrutturazione o costruzione della SMSI "Leonardo da Vinci" di Buie, dell'elementare di Cittanova, degli asili italiani di Abbazia e Fiume. Sono 4 importanti investimenti per cui anche il prossimo anno chiederemo maggiori risorse allo Stato italiano affinché ci aiuti in maniera mirata per questo tipo di interventi. In prospettiva- vediamo come e quando- c' è la legge di interesse permanente per la CNI da parte dello Stato italiano e anche un aumento dei finanziamenti da parte della Slovenia. Lubiana è ormai da più di 10 anni che ha mantenuto fermi i finanziamenti alle istituzioni unitarie (tra queste colloco anche Radio e TV Capodistria) mentre il tasso d' inflazione- in questi anni, è stato del 17 per cento per cui stiamo lavorando affinché ci sia un aumento in questo senso ed io spero - anzi sono convinto - che il nostro deputato a Lubiana, Felice Žiža darà una mano per questo obiettivo. Dunque, ci sono tante sfide che abbiamo davanti; obiettivi che credo riusciremo a raggiungere facendo forza sull'esperienza ma anche sull'energia dei giovani. Nell' insieme reputo positiva la chiusura del 2018 e vedo il 2019 come l'anno delle buone prospettive. Credo che tutto sommato possiamo decidere di trascorrere questo Natale e questo Capodanno con quella tranquillità che ci siamo meritati.
Di Lionella Pausin Acquavita