“Se fino a poco tempo fa sembrava che ci fosse in atto una campagna elettorale sottointesa adesso sembra che questa sia diventata ufficiale nonostante siamo appena ai primi giorni di dicembre” , afferma il presidente della Comunità autogestita della nazionalità italiana di Pirano, Andrea Bartole e aggiunge: “Una situazione che non fa certamente bene alla nostra esigua minoranza che, proprio perché piccola, necessita di unità d’intenti; mentre invece il confronto in atto segnala una spaccatura profonda che nuoce alla comunità, ai soci dei nostri sodalizi e ai connazionali in genere”. Il responsabile della CAN piranese non si aspettava un tale evolversi della situazione che fa seguito – ricordiamo - al comunicato con cui il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul si distanzia da alcune scelte del deputo al seggio specifico al Parlamento di Lubiana Felice Žiža. “Il mio parere è che bisogna sedersi ad un tavolo, dialogare e cercare delle soluzioni costruttive”, afferma ancora Bartole e conclude: “In questo caso però sembra che le strade vadano in parallelo e quindi sarà difficile trovare o provare a trovare una soluzione di dialogo”.
“Io credo di non conoscere nessun dirigente della nostra minoranza che non vuole fare gli interessi della CNI o voglia danneggiarla”, sostiene invece Marko Gregorič presidente della CAN di Isola secondo il quale l’intesa Žiža-Janša ha portato indubbiamente a risultati tangibili in favore della Comunità italiana. “Il rovescio della medaglia pone però la questione di come questi interessi agiscono sul territorio e nel contesto nel quale la CNI vive”, aggiunge ancora Gregorič che racconta di aver avuto modo di prendere visione dell’accordo e di averlo sostenuto e condiviso. “Non potevo essere contrario al documento; che però non è stato inviato in discussione alle CAN Comunali”, afferma ancora il presidente della CAN isolana che è pure vice-presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana. Preoccupato dal clima politico sloveno, che con l’avvicinarsi delle elezioni si sta arroventando, anche Gregorič è convinto che, al di là delle singole posizioni, sarebbe auspicabile confrontarsi e dialogare. Le discussioni accese, serrate in sede di Assemblea UI “dimostrano -dice Gregorič- come il confronto con la base non può fare male”.
Si dichiara amareggiato per quanto sta succedendo Fulvio Richter che presiede la Comunità autogestita della nazionalità italiana di Capodistria. “Stiamo facendo del male a noi stessi, e questo è molto grave perché già siamo abbastanza deboli; ho paura che qualcuno approfitti di questa situazione”, afferma il dirigente capodistriano, che stigmatizza il tentativo di alcuni partiti di farsi strada nelle istituzioni minoritarie, mentre giudica positivamente l’operato del deputato italiano a Lubiana che è riuscito – dice - a garantire la realizzazione di una serie di iniziative e progetti che si stavano rincorrendo da anni.
“Solo un’azione coordinata può essere anche giusta, mi avrebbe fatto piacere se così fosse stato anche in questo contesto”, sostiene il presidente della Giunta esecutiva di Unione Italiana Marin Corva riferendosi all'accordo siglato da Žiža nell'estate del 2020 e aggiunge: “Per esempio, l'onorevole Furio Radin prende sempre l'Unione Italiana quale punto di riferimento per l'impostazione dei mezzi che arrivano dallo stato croato poiché è proprio l’UI quella che si rapporta quotidianamente con le Comunità degli Italiani, con le istituzioni scolastiche e con gli enti della CNI ed anche perciò è necessario un maggior coordinamento tra tutti i soggetti a garanzia che le risorse vadano nella direzione giusta”. Per quanto riguarda le intese che i deputati delle minoranze siglano con le coalizioni governative Corva sostiene: “Ovviamente la collaborazione con il governo è indispensabile, ci deve essere per tutta una serie di ragioni; poi dipende tanto da quello che viene messo sul tavolo delle trattative e se è necessario, a volte, bisogna porre dei limiti a quello che viene richiesto dall'altra parte”.
Lionella Pausin Acquavita