Eventi in tutta Italia e non solo per la ricorrenza che chiude idealmente le celebrazioni del settecentesimo. A Capodistria, a Palazzo Gravisi - Buttorai (ore 19), presentazione della traduzione del poema dantesco in dialetto triestino ad opera di Nereo Zeper
È un altro Dante, un Dante in abito dialettale quello che la Comunità degli italiani di Capodistria propone al pubblico in occasione del Dantedì. Un Dante un po' insolito, ma fino a un certo punto. Nel corso di otto secoli, infatti, sono stati molti i traduttori del grande fiorentino nei dialetti italiani. Pochi però hanno compiuto l'impresa di rendere in dialetto per intero le tre cantiche della Divina Commedia, come è ora riuscito di fare al triestino Nereo Zeper. Un lavoro venticinquennale, il suo, da poco concluso con la puntuale versione vernacolare del Paradiso, dopo l'Inferno e il Purgatorio già pubblicati negli anni passati. Un'opera che nasce da un atto d'amore nel confronti del dialetto della sua città, di cui Nereo Zeper è il massimo esperto, con l'intento di valorizzarne e svilupparne le capacità espressive nel confronto con la lingua straordinariamente ricca di Dante.
A Nereo Zeper - scrittore, umorista, ex sceneggiatore e regista Rai - dobbiamo anche, varrà la pena di ricordarlo, un'edizione aggiornata del Grande dizionario del dialetto triestino di Mario Doria, ma anche, per esempio, una versione in dialetto delle Avventure di Pinocchio.
Basta scorrere qualche pagina dei tre volumi di questa Divina Comedia de Dante Alighieri, riuniti in un cofanetto pubblicato da Mgs Press, per rendersi conto della cura e del rigore con cui è stata condotta un'operazione - è il caso di dire - da far 'tremar le vene i polsi', per usare un'espressione, appunto, dantesca. Le difficoltà maggiori, come ci ha spiegato lo stesso autore, sono state "innanzitutto la povertà del lessico triestino, e di conseguenza la difficoltà di trovare rime adeguate di una certa varietà".
Il dialetto impiegato per il testo della traduzione è quello antico, della fine dell'Ottocento, non senza il frequente ricorso a venetismi, italianismi e friulanismi laddove necessario. In triestino moderno le note del corposo commento.
Presenterà stasera l'autore, a Palazzo Gravisi-Buttorai alle ore 19, Valentina Petaros Jeromela, dantista e presidente del comitato di Capodistria della Società Dante Alighieri.