Marjan Tomšič come Fulvio Tomizza e come - sul versante croato - Milan Rakovac. Con la particolarità che lui era figlio di un'altra terra, essendo nato (nel 1939) dalle parti di Maribor. Ma dell'Istria, dove viveva da oltre cinquant'anni - a Capodistria -, lo scrittore stiriano si era innamorato, facendone il tema ricorrente della sua narrativa. "Tutto ciò che ho potuto sentire o vedere, tutto ciò che ho vissuto tra gli istriani", dichiarò una volta in un'intervista, "ha cominciato per me a diventare prepotentemente letteratura".
Il romanzo che ha dato notorietà a Marjan Tomšič, e che ha avuto anche un'edizione italiana, è "Le Saurine" (1986), omaggio alle donne, forti e coraggiose, dell'entroterra sloveno di Capodistria, che nei difficili tempi passati si recavano a Trieste per vendere i prodotti agricoli e contribuire così ai magri bilanci familiari. Per la prima volta, grazie a quell'opera, la storia dell'Istria (o meglio: una parte della storia di questa regione plurale), con le sue vicende, il suo idioma, emergeva alla ribalta della geografia letteraria. E lo scrittore ha rivolto attenzione anche alle "aleksandrinke", cioè le alessandrine, protagoniste del peculiare fenomeno di emigrazione femminile dalla regione del Litorale e l'Egitto, fra Otto e Novecento, cui aveva dedicato il romanzo "Mare amaro" e i racconti di "Vento del sud".
Oltre a libri per adulti, Marjan Tomšič ha scritto anche per ragazzi, meritandosi fra gli altri - a Trento, nel 2001 - il Premio internazionale per la letteratura giovanile "Parole senza frontiere". È stato inoltre autore di radiodrammi, sceneggiature per film di animazione e di testi per il teatro: uno dei quali, il monologo "Povareta mi, povareto lu", è stato portato al successo e poi lungamente riproposto da una produzione del Festival del Litorale.
Non è nota, al momento, la data dei funerali.