Nel 1971 Dominique Pilon faceva dono al Comune di Aidussina di una ricca collezione di opere del padre, il pittore, grafico e fotografo Veno Pilon, un maestro dell'arte del Novecento. Due anni dopo, nell'antica casa di famiglia, ristrutturata dall'architetto Svetozar Križaj, apriva i battenti la Pilonova galerija. A distanza di mezzo secolo gli eredi hanno ripetuto il generoso gesto, con un nuovo lascito di ulteriori 300 opere, insieme a documenti privati, libri e oggetti personali dell'artista. Una donazione che consente di approfondire la multiforme personalità e il talento poliedrico di Veno Pilon, tra i principali protagonisti della pittura modernista e uno dei maggiori interpreti dell'espressionismo sloveno, vissuto lungamente a Parigi prima di rientrare nei suoi ultimi anni nella nativa Aidussina, dove si è spento, settantaquattrenne, nel 1970. Tra le nuove acquisizioni, presentate in una mostra visitabile alla Pilonova galerija fino al 13 giugno, acquerelli realizzati durante la prigionia in Russia dal 1916 al 1918 e alcune incisioni che risalgono al periodo della formazione tra Praga, Firenze e Vienna, all'inizio degli anni Venti. Parecchi lavori rimandano al successivo periodo parigino: nella capitale francese, dove si trasferì stabilmente nel 1929, Pilon (in origine Pillon: il padre Domenico era friulano) entrò in contatto con l'ambiente artistico di Montparnasse, ritraendo la vita del quartiere, con i suoi famosi caffè frequentati dai più importanti rappresentanti della pittura europea del tempo, da lui immortalati anche in alcuni magnifici scatti. Un ultimo corpus di opere testimonia l'attività del Pilon disegnatore e illustratore al servizio dell'editoria. Ritratto di un artista a tutto tondo, cui la nuova donazione da parte degli eredi aggiunge tasselli preziosi.
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