Gli incontri di frontiera Forum Tomizza, quella frontiera che Fulvio Tomizza non avrebbe mai voluto sul territorio istriano, tanto da guardare con sospetto e avversione le spinte autonomiste delle singole repubbliche, quali che fossero le loro sacrosante ragioni, da profondo conoscitore della storia e dell’animo umano, non aveva avuto difficoltà ad annunciare lo scenario che avrebbe fatto seguito al disfacimento della Jugoslavia. Dopo l’infinita tragedia la catarsi, il lento consolidarsi delle democrazie. Sono ormai diciannove anni che il Forum Tomizza continua a lanciare un fermo monito, con insistenza e caparbietà, attraverso una scelta ragionata di temi, il prestigio dei suoi partecipanti, scrittori, intellettuali, uomini di buona volontà, il monito di non abbassare la guardia. Messaggi che devono arrivare soprattutto ai giovani, perché le frontiere fisiche, non ancora del tutto superate, possono a volte trasformarsi in barriere mentali, mentre l’Europa di domani va costruita facendo perno sui valori della coesistenza condivisa, della conoscenza e accettazione dell’altro, del multiculturalismo e delle pari opportunità. Se gli itinerari della speranza, come potremmo definire le tappe del Forum Tomizza a Trieste, Capodistria e Umago continuano a esistere, mantenendo la loro piena attualità e importanza, vuol dire che la strada da percorrere è ancora lunga, non per questo meno impegnativa e stimolante.