Quella volta che incontrò Pier Paolo Pasolini al Festival cinematografico di Belgrado, dove il regista era venuto a presentare "Il fiore delle Mille e una notte", uno dei suoi ultimi lavori (sarebbe morto di lì a poco, nel 1975). O quando Alberto Sordi, impegnato tra Istria e Slovenia nelle riprese dei "Promessi sposi" televisivi, non solo accettò un'intervista (lui che aveva detto di non volerne dare a "Paesi del terzo mondo") ma anche un invito a cena a casa del giornalista che gliel'aveva chiesta, a Dragogna. Aneddotti che Bruno Fonda ieri ha raccontato, piacevolmente dialogando con Miro Dellore, altra storica voce di Radio Capodistria.

Il libro "Testimoni del nostro tempo", pubblicato dalla CAN di Pirano, città di cui è stato anche vicesindaco italiano, raccoglie e propone una trentina di interviste realizzate da Bruno Fonda con importanti personaggi del cinema italiano, incontrati per lo più come inviato di Radio Capodistria a Venezia, festival del quale durante la sua lunga carriera è stato un habitué. Scorrere questi nomi non può non emozionare: con Pasolini e Sordi ci sono Michelangelo Antonioni e Mario Monicelli, Lina Wertüller e Vittorio Gassman, Sergio Leone e Omar Sharih, Walter Chiari e Paolo Villaggio, Francesco Rosi e Giancarlo Giannini e tanti altri.

Interviste che rappresentano, nelle parole di Bruno Fonda - appassionato di cinema non meno che di teatro e di letteratura -, il mondo di fine Novecento, un periodo in cui il sentimento condiviso era quello di un futuro di speranza. Riascoltarle e rileggerle oggi lascia allora all'autore il senso di una grande delusione, per quel che il mondo è diventato, un'involuzione di cui quei grandi personaggi già avevano avuto l'intuizione.

"Quella di Bruno Fonda è un'operazione di grande pregio culturale", commenta Miro Dellore, "perché riporta in auge gli anni d'oro del cinema italiano. Ci fa ripensare a film e autori, e anche a uno stile di vita, è una specie di amarcord, davvero pregevole da questo punto di vista".