Pensati per formare gli insegnanti delle scuole dell'infanzia e quelle elementari con lingua d'insegnamento italiana e però svolti in italiano solo in minima parte.
Accade all'Università del Litorale dove i due corsi di laurea avviati nel 2018/19 e congelati nel corrente anno accademico ripartiranno col prossimo senza tuttavia che sia stato possibile correggere, a quanto sembra, una formula che non corrisponde alle attese della comunità italiana.
La ragione di questa stortura è presto detta. Il ministero dell'Istruzione non ha ancora erogato all'ateneo capodistriano i promessi fondi ad hoc, e l'università per ottemperare al nuovo obbligo di legge ha stabilito di fare ricorso a mezzi propri, ma ha agito di necessità all'insegna del risparmio. E in ogni caso d'intesa con il ministero stesso, come precisa la docente Suzana Todorović, coordinatrice a Scienze della formazione.
Il punto è che per consolidare i corsi e dare all'italiano tutto lo spazio che gli compete servirebbero norme applicative. Una integrazione della legge sull'istruzione superiore "che doveva passare in questo mese di marzo se nel frattempo non fosse caduto il governo", informa il presidente della Can costiera Alberto Scheriani. Il risultato, come si diceva, è che i due corsi sono riapparsi nel programma dell'offerta formativa della facoltà per il prossimo anno accademico pubblicato a gennaio, ma nel piano di studi delle future matricole salvo per alcune discipline caratterizzanti, e la possibilità di una piccola quota di ore di lezione in italiano per poche altre, la lingua d'insegnamento prevista è lo sloveno.
Per quanti fossero interessati, il primo turno di iscrizioni si chiude il 18 marzo.
Ornella Rossetto