"Dovremo dare battaglia, e lo faremo. Come la prima volta". Solo pochi mesi fa Vojc Sodnikar Ponis rispondeva così a chi gli chiedeva, preoccupato, della sua salute. La notizia della ricomparsa del male, che aveva lasciato sgomenti in tanti, subito dopo la mostra che a Palazzo Gravisi aveva reso omaggio al talento e alla sensibilità di questo scultore nato a Lubiana e innamorato dell'Istria. Qui l'artista aveva scoperto la pietra, fino a farne il materiale prediletto delle sue opere. Una ricerca la sua, aveva notato in occasione della personale allestita presso la sede della Comunità degli italiani di Capodistria il critico Enzo Santese, che si era realizzata "attraverso la scelta di un repertorio quanto mai vasto, proteso a far parlare la materia con il linguaggio di un tempo remoto immesso nella contemporaneità".
Con la scultura, abbracciata fin dagli studi artistici condotti a Parigi e a Lubiana, l'amore della vita per Vojc Sodnikar Ponis è stata Graziella, ex insegnante di storia dell'arte incontrata in età matura e di cui, con il matrimonio, aveva adottato il cognome. Un'unione felice, fondata su un affiatamento profondo. Entrambi grandi amanti della cultura, sempre insieme a mostre, concerti, spettacoli. E così anche a Palazzo Gravisi l'artista dai modi cortesi e con l'irrinunciabile cappello era diventato una presenza familiare, da tutti accolta con simpatia. La sua figura gentile e un po' bohemien non passava inosservata fra i tavolini del Circolo, e si stenta a credere che non la vedremo più.
Ornella Rossetto

Foto RTVSLO
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