Francoforte come occasione per dimostrare che non ci sono solo i Laibach, che non c'è solo Slavoj Žižek, perché accanto a singoli nomi internazionalmente riconosciuti, la Slovenia può vantare "moltissimi prodotti culturali di straordinario valore e interesse."
È in questo spirito che sono state presentate - in una doppia conferenza stampa, a Lubiana e a Francoforte - le attività per la partecipazione della Slovenia come Paese ospite d'onore 2023 della grande fiera del libro tedesca, in programma dal 18 al 22 ottobre. Saranno un centinaio gli eventi sloveni nei giorni della manifestazione (con il corollario di numerosi altri, a Francoforte e non solo), che vedranno protagonisti 65 autrici e autori. Sono stati prescelti coloro che hanno all'attivo il maggior numero di traduzioni, in tedesco e in altre lingue, tra cui appunto il filosofo Slavoj Žižek, uno dei più importanti e incisivi pensatori contemporanei, e poi Evald Flisar, Drago Jančar, Goran Vojnović, alcuni scrittori sloveni d'oltreconfine come il triestino Dušan Jelinčič e i carinziani Florjan Lipuš e Maja Haderlap.
"La Slovenia ha un piccolo numero di parlanti madrelingua, ma può vantare letterati e intellettuali che operano all'estero, e anche stranieri che hanno scelto di vivere e lavorare in Slovenia", ha rilevato a Lubiana la ministra della Cultura Asta Vrečko. E infatti - l'osservazione è nostra - scorrendo la lista si troveranno anche nomi come la scrittrice di fantascienza Zoe Ashwood o lo storico dell'arte e autore di bestseller americano Noah Charney, che vive a Kamnik. Accanto agli scrittori viventi verranno poi omaggiati alcuni autori del passato, anche recente o recentissimo, tra i quali sono stati citati i poeti Srečko Kosovel e Tomaž Šalamun. Quanto ai Laibach, la band slovena più famosa e provocatoria di sempre sarà a Francoforte con "Alamut", trasposizione in musica di un romanzo storico del triestino Vladimir Bartol, tra i maggiori scrittori sloveni del Novecento.
Il motto che la Slovenia ha scelto per la partecipazione alla Buchmesse come superospite (costo: sette milioni di euro) è Un favo di parole, allusione "alla sua molteplicità linguistica e culturale". A proposito: è un peccato che fra le decine di autori invitati a rappresentare questa varietà non ve ne sia anche qualcuno della comunità italiana della costa. Narratori di vaglia tra le file della minoranza ce ne sono e non avrebbero sfigurato affatto. Ma certo, prima che in tedesco, andrebbero tradotti in sloveno.