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Il patrimonio culturale che quest'anno l'Unione europea ci invita a celebrare non è fatto solo di monumenti d'arte o di centri storici da tutelare. Esiste anche un patrimonio prezioso di idee e di valori da consegnare alle nuove generazioni. E' così per il pensiero di due maestri del vivere civile e del nostro convivere sulla frontiera, Fulvio Tomizza e Darko Bratina, raccontati nel documentario "Et(h)nos. Anche noi Tudi mi", produzione del 2004 del Kinoatelje di Gorizia (fondato proprio dal sociologo e politico goriziano) presentata oggi agli studenti dell'Università del Litorale. Un doppio ritratto, firmato dal regista capodistriano Boris Palčič, un dialogo a distanza su confini e convivenza, sulla possibilità in cui entrambi credevano di un superamento degli steccati della storia, un'opera cinematografica in cui Fulvio Tomizza e Darko Bratina (scomparsi ambedue alla fine degli scorsi anni Novanta) prefigurano la realizzazione di quello spazio aperto che si è poi costruito con l'ingresso della Slovenia e degli altri Paesi dell'Europa orientale nell'Unione europea. Da due diverse prospettive nazionali Fulvio Tomizza e Darko Bratina hanno indicato una strada, sono riusciti a comprendere le ragioni dell'Altro, e sulle loro tracce occorre proseguire: è questo il senso inalterato della loro testimonianaza che emerge dal documentario, proiettato alla presenza degli autori in un evento bilingue italiano-sloveno che ha avuto il patrocinio del Consolato generale d'Italia a Capodistria.
"Ben volentieri - commenta il console Giuseppe D'Agosto - il Consolato generale partecipa a questi momenti di riflessione, soprattutto se legati a due personaggi enormi come Fulvio Tomizza e Darko Bratina, che hanno rappresentato il primo passo verso il superamento di quella che è stata una storia terribile ma che impegna tutti a guardare al futuro, in una strada già da loro tracciata nella ricerca di una convivenza. E io mi permetto di dire che il futuro sarà non soltanto cercare una convivenza che già esiste, ma cercare una forma di integrazione e di armonia che permetta alle nuove generazioni di guardare a questa regione come a uno spazio comune".