È siglata dall'associazione culturale goriziana Kinoatelje, insieme a vari partner sloveni e internazionali, questa rassegna itinerante nata nell'ambito delle iniziative per Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura che intende riesaminare il decennio fra il 1945 e il 1954 sul confine tra Italia e Jugoslavia attraverso film, documentari e cinegiornali dell'epoca. Retrospettiva che si inaugura oggi a Lubiana, alla Cineteca nazionale, con un grande classico come "Il terzo uomo" (1949), capolavoro di spionaggio di Carol Reed ambientato in una Vienna divisa in quattro zone geopolitiche: il film, che vinse la Palma d'oro a Cannes e l'Oscar per la fotografia, è rimasto nella storia del cinema anche per la magistrale interpretazione di Alida Valli e Orson Welles.
Peraltro molte delle produzioni che si vedranno nelle quattro tappe della rassegna - dopo Lubiana, la manifestazione si sposta a Nova Gorica e Gorizia per concludere il suo viaggio il 15 e il 16 maggio a Trieste, al Cinema Ariston - riguardano il capoluogo giuliano, strategico crocevia nel contesto internazionale dell'epoca, città contesa nella lotta per il confine dell'Alto Adriatico, terminale sud della "cortina di ferro".
Pellicole storiche e lavori spesso introvabili verranno presentati con l'intervento di studiosi di cinema e di storici: fra i lungometraggi in programma tra gli altri "Trieste" e "Sulla nostra terra" del regista sloveno France Štiglic, e alcuni film che inaugurano quello che molti anni dopo verrà definito il cinema di frontiera, come "La città dolente" (1949) , film sull'esodo istriano di Mario Bonnard ambientato a Pola, o "Cuori senza frontiere" di Luigi Zampa (1950), sulle laceranti divisioni territoriali, con Gina Lollobrigida e Raf Vallone. Film che mettono in scena eventi, condizioni, drammi a cui la tragedia dell'Ucraina conferisce una connotazione più che mai attuale.