"Il più bel libro italiano barocco", lo definì Benedetto Croce, che nel 1925 tradusse in italiano il "Cunto de li cunti" o "Pentamerone" di Giambattista Basile: raccolta di fiabe popolari, stese nel dialetto letterario napoletano. La prima in assoluto che l'Europa abbia conosciuto, e fonte di ispirazione per favolisti come i fratelli Grimm e Charles Perrault, pubblicata a Napoli fra il 1634 e il 1636. Quei racconti, nell'Italia dell'Ottocento, erano stati un po' dimenticati, e Croce, che a Basile ha dedicato studi ancora oggi fondamentali, riteneva che l'opera si potesse diffondere solo rinunciando alla sua veste linguistica originaria, troppo ostica per un pubblico largo.
Il "Cunto", dove tra l'altro compare per la prima volta il personaggio di Cenerentola, ha avuto dopo Croce anche altre traduzioni (o riscritture) in italiano, oltre ad alcune straniere. Ana Duša e Irena Duša Draž, che ora ne hanno dato la prima versione in lingua slovena, sono partite appunto da una recente edizione in lingua inglese, quella di Nancy Canepa, fondata sulla traduzione italiana (del 1987) di Michele Rak, e presentata, in una nota finale del libro, come molto fedele al testo basiliano. Non senza condurre, tuttavia, una concomitante lettura della versione originale in dialetto napoletano e della traduzione di Benedetto Croce. Va detto, a questo proposito, che l'adozione di una lingua-ponte, specialmente nella traduzione dalle e nelle lingue "rare", è una pratica conosciuta in ambito editoriale, anche se è opinione consolidata che la traduzione più efficace in ogni caso e in ogni ambito non passa per lingue intermedie.
Per il resto, "Zgodba zgodb" (Goga, 2022) è un libro che si apprezza da subito per tante ragioni, a cominciare dall'esauriente introduzione critica, con il racconto della biografia di Basile e la contestualizzazione del suo capolavoro, oltre a un ricco corredo di note esplicative. È un libro, come i lettori scopriranno arrivati in fondo al volume, che nasce da una passione. Ana Duša, prima che una traduttrice è una contastorie, una performer e un'operatrice teatrale, che al "Cunto" ha dedicato, nel 2016, la sua tesi di laurea in Letterature comparate all'Università di Lubiana. Da lì al desiderio di divulgare anche in Slovenia la conoscenza dell'opera il passo è stato breve.
La pubblicazione è stata resa possibile grazie al sostegno dell'Agenzia slovena del libro e a un contributo assegnato dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano.