"Una piccola perla che arricchisce la città di Trieste e non solo". Parola di Claudio Magris, che questa mattina ha tenuto a battesimo il nuovo museo LETS con un intervento sulla letteratura triestina. Appare affaticato e viene per questo tanto più applaudito il celebre germanista e scrittore di "Danubio", che parte da Scipio Slataper e parla di Svevo, per toccare poi il tema della frontiera, caro - ricorda - anche ad autori e autrici triestini molto più giovani di lui, da Mauro Covacich a Susanna Tamaro a Paolo Rumiz, e soffermandosi infine lungamente sulla scrittura dell'esodo, con Marisa Madieri e Ligio Zanini.
Anche a noi Magris regala un pensiero sul museo di Palazzo Biserini, la nuova casa della grande letteratura, che ha Trieste come luogo privilegiato: "Credo l'importanza sia nel fatto di diventare una realtà che entra un po' nella realtà di tutti i giorni, e con questo non sto dicendo che le persone vanno ogni giorno al museo. Però questo senso di fare i conti con un mondo familiare, che poi è il grande mondo della nostra tradizione, con tutti i suoi problemi, la sua grandezza e la sua miseria, penso sia proprio aver portato questa cultura in città".
Nato dall'eredità dei due musei "gemelli", quello dedicato a Svevo e l'altro a James Joyce, che a Trieste iniziò la stesura dell'"Ulisse", il museo LETS ha accolto al suo interno anche il nuovo museo Saba, in modo da chiudere il cerchio delle "tre corone triestine" del primo Novecento. Ma soprattutto, spiega il curatore Riccardo Cepach, si è cercato di raccontare tutto il resto, generazioni di autori e autrici che dalla fine dell'Ottocento ad oggi hanno dato vita ad esperienze letterarie di altissimo livello, e in più lingue. "Non dovrei dirlo io", osserva, "ma il museo è molto bello, molto riuscito, molto ricco. C'è una rappresentanza straordinaria di autori, di opere e fatti letterari. È un museo interattivo, dove ci sono molti documenti originali: un museo da scoprire con tutti gli strumenti che abbiamo messo a punto per raccontare la storia straordinaria della letteratura a Trieste".
Il museo, che sarà visitabile tutti i giorni tranne il martedì nella storica sede della Biblioteca civica in piazza Hortis, è anche frutto della generosità di tanti prestatori e donatori. Claudio Magris ha regalato al LETS il primo libro che ha letto: una copia dei "Misteri della Jungla nera" di Salgari in un'edizione Vallecchi del 1938; lo scrittore sloveno Boris Pahor (scomparso qualche anno fa) la sua macchina da scrivere. E un'antica carta geografica dell'Istria appartenuta a Fulvio Tomizza è stata donata dalla vedova Laura Levi.