Quattro anni senza Inge Feltrinelli. Difficile dimenticarne l'esuberanza, la vitalità, anche per chi non l'ha conosciuta da vicino.
Perché Inge Schönthal Feltrinelli, nata in Germania e naturalizzata italiana, fotoreporter - suo anche uno scatto di Fidel Castro in pigiama - e poi editrice che voleva cambiare il mondo con i libri, era "un vero vulcano di idee, curiosità, gentilezza", come disse di lei lo scrittore Amos Oz.
In suo omaggio nasce un premio, il Premio Inge Feltrinelli - "Raccontare il mondo, difendere i diritti", promosso dalla Fondazione e dal Gruppo Feltrinelli, ora guidato dal figlio Carlo.
Un'iniziativa rivolta alle donne e alle nuove generazioni, che attraverso libri, inchieste o reportage denunciano ingiustizie e discriminazioni in nome dei diritti umani. "Un riconoscimento in onore della giornalista e fotografa, del suo impegno nell'editoria e del suo attivismo per una cultura libera", hanno spiegato i promotori. "Un premio per tenere desta l'opinione pubblica, ricordandoci, nello spirito di Inge Feltrinelli, che anche la cultura può fare la propria parte nell'agire da testimone, nello smuovere le coscienze, nell'esercitare un ruolo di contropotere". Il suo messaggio era che la cultura crea ponti e apre varchi.
I vincitori saranno proclamati in primavera da una giuria composta, tra gli altri, dalla scrittrice Premio Nobel Herta Müller e dal giornalista Ezio Mauro.
La presentazione della prima edizione del Premio è avvenuta a Mantova, nell'ambito del Festivaletteratura, cui Inge Feltrinelli era unita da un legame di stima e affetto, "per la formula che tanto le piaceva del vedere uniti autori e lettori nell'amore per i libri".