Il Premier Britannico Boris Johnson vuole la Brexit, senza se e senza ma, il 31 ottobre, data che porterebbe fuori definitivamente il Regno Unito dall'Europa. Il governo Tory vuole pertanto a tutti i costi elezioni anticipate, e ha annunciato un nuovo voto alla Camera dei Comuni per la convocazione delle urne, dopo il mancato quorum di mercoledì sera su una prima mozione in favore del voto politico il 15 ottobre. Il nuovo tentativo è in programma per lunedì 9 settembre, secondo quanto reso noto agli stessi deputati dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Jacob Rees-Mogg. Proprio questa sembra essere la chiave di volta indicata dal leader laburista Jeremy Corbyn prima di tornare alle urne, vorrebbe infatti ritardarle nella speranza che gli inglesi ci ripensino. L'esecutivo di Johnson, invece, confida di riuscire lunedì a convincere i laburisti ad appoggiare la mozione per indire elezioni anticipate e poter poi puntare ad una Brexit senza accordo il 31 ottobre.
Intanto il governo di Johnson perde pezzi: ad andarsene è Jo Johnson, fratello minore del premier e filo-Ue: lascia la poltrona di viceministro. Il premier incassato il colpo ha attaccato Corbyn definendolo: "Insulto codardo alla democrazia" inaugurando così il primo comizio elettorale sulla via verso le urne.
Intanto, dura posizione del negoziatore Europeo per la Brexit Michael Barnier, che in una nota ai diplomatici europei avrebbe definito la trattativa tra Bruxelles e Londra sull'uscita dall'UE "in uno stato di paralisi". Barnier ha spiegato che il Regno Unito, nel quadro del futuro accordo commerciale, intenderebbe discostarsi dagli standard Ue e questo aggiungerebbe ulteriori tensioni. Downing street ha respinto categoricamente le affermazioni attribuite a Barnier.
A dar man forte al governo Tory di Boris Johnson gli Stati Uniti che sostengono la decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione Europea: questo il messaggio di Donald Trump che il vicepresidente, Mike Pence, ha recapitato nelle mani del premier britannico. Pence ha aggiunto che "gli Usa sono pronti a negoziare immediatamente un accordo di libero scambio con il Regno Unito".
Corrado Cimador