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Si è concluso il vertice sull'intelligenza artificiale nella Capitale francese Parigi. Stati Uniti e Gran Bretagna non hanno firmato la dichiarazione finale, siglata invece da 61 paesi per un'intelligenza artificiale aperta, inclusiva ed etica. Tra i firmatari Cina, Francia, India, i quali si sono pronunciati anche per un coordinamento rafforzato della governance che implichi un dialogo mondiale, lanciando un appello ad evitare una concentrazione del mercato affinché la tecnologia sia più accessibile. L'Unione Europea ha presentato un'iniziativa con cui vengono mobilitati 200 miliardi di euro di investimento nell'intelligenza artificiale per voce della Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, la quale ha evidenziato che la corsa è solo all'inizio, il Presidente francese Macron ha insistito invece sulla necessità di regole e di un quadro fiduciario per sostenere il suo sviluppo, mentre l'amministrazione statunitense ha messo in guardia contro qualsiasi regolamentazione. L'iniziativa europea prevede inoltre 20 miliardi per le gigafactory, le fabbriche dell'intelligenza artificiale, in quanto la potenza di calcolo richiede un capitale finanziario sostanziale immediato, sia nel settore pubblico che in quello privato. Il Vice Presidente statunitense Vance ha dichiarato che saranno fatti tutti gli sforzi possibili per incoraggiare le politiche pro-crescita perché gli Stati Uniti sono leader nel settore e l'attuale amministrazione vuole che lo restino. Vance ha messo in guardia i Paesi dai partenariati con i regimi autoritari che, ha detto, non sono mai benefici nel tempo, evocando tra le altre cose le esportazioni pesantemente sovvenzionate della tecnologia 5G cinese, indicando che associarsi con Pechino significa incatenare la Nazione a un padrone autoritario che tenta di infiltrarsi, radicarsi e appropriarsi dell'infrastruttura informativa.
Franco de Stefani