"È necessario eliminare i controlli alle frontiere interne di Schengen. La commissione europea sta dialogando con gli Stati membri che applicano questa misura nei confronti dei paesi vicini, come l'Austria con la Slovenia, per trovare altri modi in grado di garantire la sicurezza". Parole della commissaria agli affari interni, Ylva Johansson. In una intervista all'agenzia stampa slovena STA, ha spiegato che con i governi dei paesi in questione si sta discutendo su come fare per trovare soluzioni alternative per prevenire e contrastare le migrazioni clandestine. Per quanto riguarda la frontiera tra Austria e Slovenia, Johansson ha detto che alcune proposte di soluzione sono già sul tavolo, altre sono state pianificate dall'esecutivo di Bruxelles nel quadro della proposta di modifiche al codice Schengen. Per le consultazioni con i paesi interessati, incluse Slovenia e Austria è stato nominato un coordinatore, che opera all'interno del direttorato generale della commissione ed è responsabile per gli affari interni dell'UE. Una riunione tra le delegazioni dei due paesi è prevista per martedì della prossima settimana. L'Austria, lo ricordiamo, attua i controlli alla frontiera con la Slovenia dal 2015, quando la crisi migratoria raggiunse l'apice, con l'ondata massiccia di profughi attraverso la rotta balcanica. Da allora proroga ininterrottamente la misura ogni sei mesi, adducendo vari motivi. Nell'aprile dello scorso anno la Corte di giustizia dell'Unione Europea aveva stabilito che in caso di minaccia grave per il suo ordine pubblico o la sua sicurezza interna, uno Stato membro e aderente allo spazio Schengen, può ripristinare un controllo di frontiera con altri Stati membri ma senza superare una durata massima totale di sei mesi. Per la Corte uno Stato può applicare nuovamente la misura per altri sei mesi ma solo se si trova di fronte ad una minaccia diversa dalla precedente. Pertanto, il ripristino del controllo alle frontiere interne dovrebbe costituire un'eccezione e una misura di ultima istanza.
Delio Dessardo