Sebbene la priorità in questo periodo sia logicamente rivolta alla lotta della pandemia, resta sempre attuale la battaglia contro il cancro; e gli strumenti scelti in alcuni casi non stanno mancando di sollevare polemiche come quella che sta montando in questi mesi contro le nuove etichettature dei cibi che l’Unione europea vorrebbe diffondere in tutto il continente per rendere consapevoli i consumatori sulla pericolosità di alcuni cibi, che consumati in grande quantità possono causare lo sviluppo di forme tumorali.
Oltre alla lotta al tabacco e all’abuso di alcolici, la Ue prevede, infatti, interventi di etichettatura «per l’elenco degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale sull’etichetta delle bevande alcoliche nel 2022 e una sulle avvertenze sulla salute nel 2023». Un’iniziativa che rientra in un piano decennale per combattere questa malattia che prevede anche più vaccini per eliminare il cancro della cervice uterina entro il 2030; la creazione di una “generazione senza tabacco” e screening per il cancro al seno, al collo dell’utero e al colon-retto per il 90% dei richiedenti entro il 2025. Sul versante delle cure, l’impegno della Commissione europea è garantire l’accesso del 90% dei pazienti oncologici a una rete Ue di centri nazionali riconosciuti entro il 2030.
Dopo le sigarette e il tabacco, quindi, a riportare sui propri imballaggi i danni che possono essere provocati alla nostra salute dal loro consumo, saranno gli alcolici ed anche carne, salumi e formaggi. Una scelta che non piace logicamente ai produttori di questi settori che stanno facendo di tutto per boicottare questa proposta, che secondo loro danneggerebbe soprattutto prodotti che sono considerati vere e proprie eccellenze.
Barbara Costamagna