La Grecia è ufficialmente in silenzio elettorale. Circa 10 milioni di greci sono chiamati a votare domani per eleggere i 300 deputati del Parlamento ellenico (280 votati col proporzionale e 20 assegnati al partito che ottiene la maggioranza relativa), che resterà in carica per i prossimi 4 anni. Si preannuncia come uno scontro serrato tra il partito conservatore Nuova Democrazia (ND) del primo ministro uscente, Kyriakos Mitsotakis, e la sinistra Syriza dell'ex premier Alexis Tsipras, secondo i sondaggi distanti 6 punti percentuali.
L'attuazione per la prima volta del nuovo sistema elettorale, introdotto da Tsipras, renderà probabilmente difficile il raggiungimento di una maggioranza e altrettanto difficile appare la formazione di una coalizione di governo, quindi con ogni probabilità i greci torneranno a votare una seconda volta il 2 luglio. Il principale elemento di novità, infatti, è che queste saranno le prime elezioni dal 1990 in cui non si utilizzerà un sistema di seggi bonus, ovvero un proporzionale rafforzato, che per molti anni ha assegnato al partito con il maggior numero di voti un bonus fisso di 50 seggi, favorendo così una maggioranza parlamentare monopartitica fin dal primo turno. In un Paese con un discorso politico molto polarizzato e poca esperienza con le coalizioni, un accordo tra le parti rimane un'equazione difficile, rendendo un secondo voto quasi certo.
Gli analisti evidenziano inoltre il rischio di una bassa affluenza alle urne al primo turno, in quanto gli elettori sembrano sottovalutarne l'importanza, e pianificano di partecipare alla seconda votazione di luglio. I sondaggi della vigilia mostrano anche una percentuale record di elettori indecisi, soprattutto tra le donne.
Valerio Fabbri