Le prospettive di crescita del vecchio continente rimangono negative, anche a causa delle turbolenze economiche internazionali.
Lo rileva nel bollettino mensile la Banca Centrale europea che, a due settimane dall’annuncio di un taglio dei tassi e di un nuovo quantitative easing per sostenere la crescita europea, ha sottolineato i rischi per le prospettive di crescita dell'Eurozona.
Gli indicatori, rileva l’istituto di Francoforte, sono "orientati al ribasso" e "sono principalmente legati alle incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alla vulnerabilità dei mercati emergenti".
La Bce pone fra gli elementi d’incertezza la Brexit, uno dei fattori che hanno spinto il presidente uscente Mario Draghi, a varare il nuovo piano di acquisto di titoli di stato, e lancia anche un appello ai paesi dell’Eurozona “interessati a un rallentamento economico e che dispongono di margini per interventi di bilancio”, ad “agire in maniera efficace e tempestiva". Per i Paesi con alto debito pubblico come l'Italia, la raccomandazione è invece di "perseguire politiche prudenti e adoperarsi per il conseguimento degli obiettivi in termini di saldo strutturale".
Proprio riguardo l’Italia però l’Istituto rileva come, dal 6 giugno all'11 settembre 2019, è stato l'unico Paese dell'euro a registrare un forte calo dello spread, al contrario della media europea dove i “differenziali sulle obbligazioni sovrane sono rimasti ampiamente stabili durante il periodo in esame”.
Alessandro Martegani