Lo scossone ai mercati determinato dalla crisi del Credit Suisse e i pericoli di contagio sul sistema bancario e sull’economia reale non fermano la BCE: come previsto, la Banca Centrale Europea ha annunciato la decisione di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento “in linea si legge in una nota dell’istituto - con la sua determinazione ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del due per cento a medio termine” (5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025 ).
La Bce ha anche fatto riferimento esplicito al pericolo di crisi del sistema bancario, dicendosi “pronta a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. “Il settore bancario dell’area dell’euro – ha aggiunto - è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità e la BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro”.
“Il Consiglio direttivo – aggiunge la BCE - è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo del due per cento a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria”.
Parole che tendono a rasserenare ulteriormente lo scenario finanziario europeo, dopo l’intervento della Banca Centrale Svizzera che, dopo le forti vendite su tutti i titoli bancari e il crollo del titolo di Credit Suisse, ha aperto una linea di credito pari a 50 miliardi di franchi svizzeri, 53 miliardi di dollari, dando ossigeno alla banca, che ha recuperato in poche ore il valore delle azioni.
Per ora lo scenario più buio per il futuro di Credit Suisse, vale a dire il ripetersi di una caso Lehman Brothers, e il percolo di innescare una spirale che avrebbe potuto inghiottire tutto il comparto bancario e di seguito anche l’economia reale sembra allontanarsi. I problemi al sistema bancario, con il rischio di un irrigidimento del credito e blocco dell’economia reale, non hanno fatto cambiare rotta alla banca di Francoforte che ha confermato il rialzo dei tassi, anche alla luce del fatto che nell’Unione europea, esclusa quindi la Svizzera, la stretta vigilanza e le regole sulla capitalizzazione hanno costretto le banche di avere bilanci più solidi.
La situazione potrebbe essere addirittura vantaggiosa per le banche del vecchio continente, per la possibilità che, viste le incertezze delle banche svizzere e americane, gli investitori si spostino sulle banche europee considerate più sicure. La BCE sta comunque chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione sull'istituto di Zurigo.
Alessandro Martegani