Un passo in avanti rispetto a giovedì scorso, quando la BCE aveva annunciato sostanzialmente la fine del “Quantitative Easing” e una stretta monetaria per rispondere all’aumento dell’inflazione nell’area euro, ma che non restituisce serenità ai mercati.
Dopo l'impennata degli spread, dovuta alla decisione della Banca Centrale Europea di alzare i tassi ed esaurire l'acquisto sistematico di titoli di stato per sostenere il debito dei paesi membri, la BCE è stata costretta a convocare una riunione straordinaria del Consiglio direttivo, ma ha sostanzialmente preso tempo.
In uno scarno comunicato diffuso al termine della riunione, la BCE non ha parlato di un atteso piano anti-spread, limitandosi invece a promettere "flessibilità nel reinvestimento dei titoli in scadenza all'interno del Pepp", il piano con cui la BCE ha acquistato 1.850 miliardi di euro di titoli di stato per sostenere il debito dei paesi della zona euro. Si tratta in realtà di una misura già prevista al momento dell'introduzione del Pepp nel 2020.
La Bce ha poi dato mandato ai Comitati dell'Eurosistema di accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione del debito all'interno dell'eurozona, attualmente all'esame del Consiglio direttivo, senza però firn ire alcuna direzione o particolare, aggiungendo che “il Consiglio direttivo è sempre impegnato ad agire contro i rischi di recrudescenza della frammentazione della zona euro”. “La pandemia - spiega l’istituto dio Francoforte - ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro che stanno effettivamente contribuendo alla trasmissione non uniforme della normalizzazione della nostra politica monetaria tra le giurisdizioni”.
Parole che non sono conclusive, né hanno rasserenato i mercati dopo una reazione che probabilmente nemmeno la Bce stessa si attendeva: i dei mercati, hanno reagito negativamente anche alla riunione di oggi, che non hanno dato indicazioni né sulla quantità dei titoli in scadenza né su tipo e tempi degli interventi: il rendimento del Btp a 10 anni è andato sopra il 4 per cento con il cambio euro dollaro tornato all'1,043.
Alessandro Martegani