Foto: Reuters
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La Fed frena, la BCE conferma invece il processo di rialzo dei tassi. La lotta all’inflazione non è finita, in particolare in Europa, e se la Banca centrale americana, partita prima della Banca Centrale Europea nel processo di rialzo dei tassi nel tentativo di raffreddare l’economia, ha deciso di prendere una pausa per valutare la situazione, la BCE ha confermato il percorso di rialzo, aumentando di un altro quarto di punto i tassi d’interesse.
Una corsa che dura ormai da un anno, con i primi leggeri effetti sull’economia, ma con conseguenze immediate ed evidenti sui mutui a tasso variabile, con le rate che salgono in media quasi il 60 per cento in un anno.
L’obiettivo di Francoforte è quello di riportare i prezzi ad un livello accettabile: l’inflazione è chiamata tassa sui poveri anche perché colpisce tutti indiscriminatamente, ma viene avvertita maggiormente dalle classi meno abbienti, da qui l’esigenza di riportarla sotto controllo, attorno al 2 per cento, ma l’operazione di raffreddamento dell’economia è molto delicata, perché, frenando troppo, la macchina dell’economia europea rischia di spegnersi e andare verso una recessione, che, unita all’inflazione in atto, potrebbe generare conseguenze imprevedibili.
Una preoccupazione presente anche alla Fed, che infatti la scorsa settimana ha deciso di sospendere la stretta monetaria iniziata a marzo 2022, lasciando per ora invariati i tassi di interesse fissati in un intervallo compreso tra il 5 e il 5,25 per cento, anche se s’ipotizza che i tassi possano salire ancora, oltre il 5,5 per cento nel 2023.
Nessun indugio, o paura di far spegnere il motore dell’economia, invece per ora preoccupa Francoforte: “Dobbiamo continuare ad aumentare i tassi di interesse” ha detto l'esponente della BCE, Isabel Schnabel, perché, ha aggiunto “esiste un limite al tempo in cui l'inflazione può rimanere al di sopra del nostro obiettivo del 2 per cento”. “Dobbiamo rimanere altamente dipendenti dai dati – ha concluso - e sbagliare sul lato di fare troppo piuttosto che troppo poco”.

Alessandro Martegani