Continua a salire la tensione nell'enclave russa di Kaliningrad. La Lituania ha bloccato il transito verso l'enclave delle merci sotto sanzione europea, e la Russia ha chiesto l'immediata revoca della misura altrimente porrebbe in essere contromisure che, per il senatore Klimov, vorrebbe significare la risoluzione del problema con ogni mezzo. Per Lituania e Unione Europea non esiste un blocco ma solo l'applicazione delle sanzioni. La Federazione Russa attraverso il portavoce del Cremlino ha protestato duramente contro il divieto di transito per le merci attraverso la Lituania, imposto la scorsa settimana da Vilnius. Il portavoce ha definito senza precedenti la misura, che viola ogni regola possibile e che probabilmente e' illegale. Alle proteste sono seguite le minacce con la convocazione dell'incaricata d'affari presso l'ambasciata lituana a Mosca Umbrasene a cui e' stata chiesta la loro rimozione evidenziando che, nel caso non venisse ripristinato il transito, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali. Per Mosca le misure sarebbero apertamente ostili e in violazione degli obblighi legali internazionali, stabiliti dalla dichiarazione congiunta del 2002 tra Russia e Unione Europea sul transito tra Kaliningrad e il territorio russo. Toni ancora piu' duri sono stati utilizzati dal vice Presidente della Commissione Esteri del Consiglio Federale, la camera alta russa, che ha evocato in modo esplicito il rischio di un conflitto armato, ritenendo responsabile la NATO, che ha avviato un blocco attraverso uno dei suoi paesi membri che puo' essere valutata come un'aggressione diretta a cui deve essere contrapposta un'adeguata auto difesa. Le ferrovie lituane hanno notificato alle ferrovie della regione di Kaliningrad limiti al transito di un certo numero di merci, nel rispetto delle sanzioni, che va a colpire circa il 50 per cento del transito di merci, in particolare per quanto riguarda metalli e materiali da costruzione.
Franco de Stefani