Una protesta pacifica, che ha portato per le piazze e le strade di Trieste migliaia di persone, per dire NO ad un'opera che da subito a molti è parsa poco utile se non dannosa, ma che invece il Comune di Trieste ritiene sia un importante passo in avanti per il futuro, soprattutto turistico, della città.
Una protesta trasversale, che ha coinvolto cittadini di tutte le età, anche se onestamente spiccava decisamente la presenza di anziani piuttosto che di giovani e che ha visto spendersi rappresentati scientifici, politici e culturali del capoluogo giuliano.
Particolarmente toccante, durante il comizio finale, l'intervento della compagna di Maurizio Fermeglia, l'ex rettore dell'Università locale, recentemente scomparso, che ha ricordato come il professore si sia sempre battuto contro il progetto, perché porterebbe un serio danno all'habitat ed all'ecosistema del Bosco Bovedo, dove l'impianto di risalita necessiterebbe dei piloni per il tragitto fino ad Opicina.
Presente, tra chi si è sempre battuto contro l'Ovovia anche Riccardo Laterza, consigliere comunale e rappresentante di Adesso Trieste. Queste le sue parole:
“È una grande emozione vedere oggi in piazza, letteralmente, una marea umana di persone che ha portato la propria gioia, il proprio entusiasmo, che dimostrano di amare la città dove vivono, ma anche tanta rabbia per un'opera che rischia di essere una ferita indelebile sul territorio. Rabbia soprattutto per l'arroganza e per le menzogne con le quali quest'opera è stata portata avanti dalla Giunta Dipiazza in questi anni. Oggi abbiamo tutte le dimostrazioni che ciò che diceva il comitato No Ovovia fin dall'inizio, è vero, che questa è un'opera insostenibile, inutile, impattante, insicura. È un'opera che non si deve fare, è l'ostinazione della Giunta Dipiazza, che deve trovare un limite. Il limite è quello della partecipazione democratica di così tante persone che oggi sono scese in piazza per dire No Ovovia”.
Secondo te il progetto alla fine si farà o non si farà?
“Sono convinto che non si farà, non ce ne sono i presupposti tecnici. I fondi del PNRR non ci sono più, alla faccia di chi ha sostenuto fino all'ultimo che il progetto era già stato approvato da Bruxelles, cosa evidentemente non vera. Il vero dramma, il vero problema, adesso è che quei fondi non si potranno più spostare su un'altra opera di mobilità sostenibile nella stessa città, nella nostra città, come è il tram, come abbiamo proposto ormai da tanto tempo. Questa è una responsabilità politica enorme della Giunta Dipiazza, della quale il sindaco in primis, ma anche gli assessori più esposti su questo fronte, dovranno pagarne le conseguenze dal punto di vista politico”.
Davide Fifaco