Sono appena iniziate le riprese e già la notizia della prossima uscita di un film sulla vita di Almerigo Grilz, giornalista e attivista politico del Fronte della Gioventù, ucciso in Mozambico nel 1987 mentre riprendeva gli scontri tra i governativi ed i ribelli anticomunisti, sta sollevando le prime polemiche nella vicina Trieste.
A girarlo, con il titolo di "Albatross", nome dell'agenzia da lui fondata all'epoca, è il regista Giulio Base. Liberamente ispirato alla biografia di Grilz e prodotto da One More con Rai Cinema e con il sostegno di Fvg Film Commission, il film ripercorre la storia di due giovani i quali, partendo da posizioni politiche opposte, sviluppano un rapporto di amicizia particolarmente significativo. Un personaggio di fantasia e uno vero, quello di Almerigo Grilz, che a Trieste rappresenta ancora oggi una figura divisiva come dimostrano le polemiche che con cadenze annuale si scatenanto tra destra e sinistra triestina all'anniversario della sua morte.
Icona per la destra giuliana, Grilz è sempre stato guardato con disprezzo dalla sinistra cittadina che non gli perdona la sua militanza nell'estrema destra locale, tanto che in più occasione ha sollevato un acceso dibattito sulla necessità di ricordarlo o meno. Quest'anno addirittura la cerimonia che si tiene ogni 27 maggio, giorno della sua morte, davanti a quella che fu all'epoca la sede del Fronte della Gioventù è stata al centro di un caso diplomatico. Saluti romani di gruppi di neofascisti avevano, infatti, fatto da corollario all'evento al quale era presente anche l'assessore regionale Fabio Scoccimarro. E proprio la presenza di un rappresentante delle istituzioni, sebbene in forma privata, aveva sollevato le critiche non solo della sinistra cittadina, ma anche della presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar e della ministra degli esteri Tanja Fajon.
Non resta che vedere come la pellicola sarà accolta nelle sale triestine, dove le divisioni di sempre sono ancora vive.
Barbara Costamagna